A Palermo scoperta un’altra banda di spaccaossa per simulare incidenti stradali e incassare gli indennizzi dalle Assicurazioni. Gli indagati sono 31. I dettagli.
A Palermo è stata sgominata un’altra banda di spaccaossa, ovvero un’associazione per delinquere architettando falsi incidenti stradali, per truffare le compagnie di assicurazione e incassare il denaro. E ciò tramite metodi brutali: fratturando braccia o gambe ai “clienti” (tra virgolette), così da rendere credibile che loro fossero stati vittime di un incidente stradale. Gli indagati sono complessivamente 31, e 3 dei 31 sono stati arrestati dai poliziotti del Commissariato “Brancaccio” di Palermo. E 15 dei 31 percepiscono il reddito di cittadinanza.
A capo della banda vi sarebbero stati i pregiudicati Vincenzo Maccarone e Giuseppe Zizza, reclusi in carcere, e Matteo Corrao, ristretto ai domiciliari. Le truffe contestate, e anche delle estorsioni, risalgono al periodo compreso tra il 2017 e il 2020. Nella maggior parte dei casi le vittime hanno denunciato di essere state in bicicletta quando sono state investite. Parecchi indennizzi sono stati incassati, altri invece stoppati dalla Polizia.
Il volume d’affari ammonta a circa 2 milioni di euro, di cui 700mila euro già pagati dalle Compagnie di assicurazione. Altre pratiche di risarcimento, per 1 milione e 200mila euro, sarebbero state liquidate se non fosse stata scoperchiata la maxi truffa. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, si estende nelle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese. Infatti, i falsi incidenti sono stati denunciati non solo a Palermo ma anche in Piemonte e in Lombardia da palermitani che hanno dichiarato di essere partiti per una vacanza o per lavorare. Nel nord Italia vi sarebbero stati a disposizione alcuni pregiudicati che avrebbero partecipato alla ‘malandrineria’. Le indagini sono state avviate nell’aprile del 2020 quando un uomo, con una carta d’identità taroccata, ha tentato di avviare un conto corrente all’ufficio postale in via Galletti, a Palermo, nel rione Acqua dei Corsari.
Due delle vittime hanno saltato il fosso, e determinante è stata la loro collaborazione con gli investigatori. Tra i 31 indagati vi sono anche coloro che hanno riciclato i soldi incassati dalle Assicurazioni, e i prestanome che si sono intestati alcuni immobili comprati con i soldi della truffa. I tre presunti vertici dell’associazione per delinquere, Vincenzo Maccarone, Giuseppe Zizza e Matteo Corrao, avrebbero mantenuto un tenore di vita elevato e sproporzionato rispetto ai redditi leciti dichiarati. E gli sono stati sequestrati un appartamento, due magazzini e nove automobili, tra cui una Range Rover Evoque, una Bmw X4 e una Mercedes Glc.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)