Continua la guerra tra i forzisti e gli sforzisti. Non c’è niente da fare , Gianfranco Miccichè è il più forte, per i dissidenti azzurri si avvia il viale del tramonto.
Una giornata thrilling quella di ieri alla Torre Pisana, un redde rationem interno in una guerra ormai deflagrata in maniera debordante in Forza Italia che è ancora oggi partito guida della maggioranza di governo sotto le redini di un politico, Gianfranco Miccichè che ha l’autorevolezza e l’esperienza per essere ancora il numero 1 in Sicilia e rappresentare la cinghia di trasmissione dei 1700 km tra Arcore e la Trinacria.
Per placare la rabbia dei cosiddetti dissidenti, ortodossi o chiamati anche i traditori del Re di Sicilia dopo nove ore di incontro alla presenza dell’emissaria di Arcore la senatrice Ronzulli (secondo fallimentare incontro perchè qui ci sono mastini napoletani agguerriti), si era arrivati a un mezzo accordo per una presunta pacificazione. Invece niente, i dissidenti ancora una volta hanno giocato a rialzo; il tutto sotto l’egida di un proclama: “Non ci va bene niente vogliamo la testa di Miccichè sul tavolo”.
Dopo l’incontro fiume si è consumata la rabbia dei dissidenti, in una prima nota ufficiale Forza Italia parlava di unità raggiunta e di far tornare il primo partito nell’Isola alle amministrative di giugno. Qualcuno avrebbe detto: “Pace fatta, ma quando mai?”
Ecco i dissidenti schiumare rabbia; da ogni poro; diramano una nota stampa con la quale chiedono chiedono l’azzeramento da commissario regionale di Miccichè, il cambio del capogruppo Calderone e che i Presidenti delle commissioni parlamentari in quota dissidenti non si devono toccare. Cioè, come dire: la benzina scende a 50 centesimi al litro e le bollette della luce per ogni famiglia raggiungono il massimo di 25 euro. La stessa gemella, identica cosa. Sono letteralmente fuori di testa. Si sentono franare il terreno sotto le ossa e adesso non sanno più che via intraprendere.
Altro che pacta servanda sunt. Un parricidio allo stato puro.
A sciarra è sciarra, è chiaro che come avevamo scritto già la scorsa settimana che tra i dissidenti già la paura fa 90 e la fifa di una mancata rielezione produce forti aritmie cardiache. Perché?
Due notizie erano già uscite e adesso abbiamo la certezza Tamajo e D’Agostino fanno paura ed infatti al netto della presa di posizione dei dissidenti che hanno preteso che non partecipassero diciamo allo pseudo chiarimento interno, sono andati dritti e lo stesso Miccichè con tanto di foto con gli ex sicilifuturisti, ha spappolato il fegato a qualcuno dei dissidenti sempre più in bilico nella prossima campagna elettorale di autunno e con il placet totale della Ronzulli.
Gianfranco a questo punto se ne fotte (perdonatemi la libertà) e va avanti; hanno cercato di ucciderlo politicamente con le solite tragedie di basso profilo, alle spalle, da vili veri e propri e adesso non guarda in faccia più questi parlamentari che vogliono restare attaccati alla seggiola. A Gianfranco adesso non rimane altro che tirare fuori le palle. Un calcio in culo a tutti, questa non è gente leale.
Martedi e Mercoledi prossimo Miccichè con il rinnovo delle commissioni farà chiarezza e si potrà dare contezza a una guerra che certamente non ha scatenato lui, ma è stato attaccato freddamente, cinicamente ed alle spalle. Miccichè del 61 a zero non è uno che porge l’altra guangia. Non è Cristo, non perdona. I suoi 28 anni di militanza azzurra lo hanno cresciuto, rinsavito, gli hanno fatto aprire le spalle a 360°. Con abilità è riuscito a riportare il partito sulla scia maestra e mettere all’angolo i dissidenti che adesso rischiano di finire sul Sunset Boulevard.
Ad Agrigento, ad esempio, da dove partono le righe di questo artiolo, arrivano da più parti sollecitazioni di amministratori e tanti giovani con il partito liberato dai dissidenti con in testa Gallo, riprenderà slancio ed entusiasmo e le adesioni e la presenza di una classe dirigente di nuova generazione porterà freschezza, competenza e uniformità nell’azione politica.
Il Cavaliere di Arcore la deve smettere di dare ancora retta a Dell’Utri, uomo finito in galera per fatti di mafia e che non può ancora oggi garantire pseudo uomini che ad Agrigento sono riconosciuti soltanto come violenti tragediatori, circondati da persone che succhiano fino all’inverosimile, pur rimanendo soldati di infimo ordine. Per un piatto di pasta si fanno prendere anche a schiaffi.
Caro Gianfranco, fino ad ora qualcuno è passato alle cronache parlamentari solo per il ghiaccio alimentare. Ora si ritrova con il ghiaccio in testa ma che comunque è riuscito a mantenere saldo il posticino di qualche suo congiunto (oltre che di innumerevoli amici). Di questo nei prossimi giorni ne riparleremo e faremo ampia luce su ciò che accade e come mai Tribunali e Procure non si accorgono di nulla.
Come si dice ad Oxford prima sinni va, prima arrifriscamu.
N.B. Margot, Margot, Margot. Lodevoli le tue iniziatove per l’Ucraina, meno lodevole la tua presenza in una maniata di tragediatori…
Io mi ricordo Forza Italia in provincia di Agrigento con altro spessore, più preparati e che la gente votavano per l’attività parlamentare. Di questo Signor Gallo Afflitto nessuno conosce da un video, da un’intervista , un suo pensiero, un suo ragionamento politico, un suo intervento in una finanziaria. Perché tenere un soggetto che non parla, non scrive e non lascia testimonianza nelle Aule Parlamentari. Miccichè il giorno che lo butti fuori mi iscrivo nuovamente in Forza Italia, con lui preferisco cambiare aria.