Nuovi agghiaccianti dettagli vengono alla luce sull’omicidio della piccola Elena del Pozzo di soli 5 anni. Ad aver confessato, dopo ore di interrogatorio è Martina Patti, la madre.
Secondo gli inquirenti il reale motivo che ha portato la donna ad uccidere la figlia ci sarebbe la gelosia; una gelosia che si sarebbe tramutata in furia omicida.
Durante la conferenza stampa degli inquirenti si è rimarcata la sua posizione: “fino a questa mattina, la signora Martina Patti, ha continuato ad insistere sulla prima versione data nella primissima fase della vicenda, confermando piu’ volte l’avvenuto rapimento della figlia, versione poi smentita dalle attività investigative. Ha agito con premeditazione, vicino la salma sono stati rinvenuti una zappa e una pala che si sarebbe procurata prima dell’omicidio. La bambina è stata uccisa in casa, al suo indirizzo le sono state inferte coltellate plurime alla parte alta della schiena e all’altezza dell’orecchio”.
In ragione degli elementi raccolti, l’autorità’ Giudiziaria ha disposto il fermo dell’indagata, l’abitazione è stata sottoposta a sequestro dove continueranno le attività d’indagine da parte della scientifica. Alla donna viene contestata l’omicidio premeditato e pluriaggravato. Il cadavere e’ stato trasferito all’ospedale Cannizzaro per l’esame cadaverico.
Andiamo in ordine di tempo:
La sera prima (12 giugno) del finto rapimento, Elena, la vittima ha dormito a casa dei nonni paterni, in quella casa vi era anche il padre e la sua nuova compagna. Quest’ultima ha giocato e riso con Elena. “Probabilmente in quelle stesse ore la gelosia per la nuova vita dell’ex compagno e il timore che la figlia si potesse affezionare alla donna ha fatto maturare il diabolico piano che l’ha spinta all’efferato omicidio. In sintesi è questa la chiave di lettura che danno gli investigatori”.
Nella mattina del 13 giugno, Elena viene accompagna dalla zia paterna all’asilo. Alle 13, Martina Patti preleva la figlia dall’asilo, facendo una sosta per dare un saluto ad un amico. Alle 15.30 la donna riferisce telefonicamente del rapimento, per mano di tre uomini incappucciati, all’ex compagno e ai suoi genitori. Subito dopo raggiunge l’abitazione dei genitori ed assieme si recano dai Carabinieri di Mascalucia a sporgere denuncia.
Nelle 24ore successive vengono acquisite le immagini della zona del presunto rapimento e vengono sentiti tutti i soggetti coinvolti compresi gli ex conviventi, la macchina investigativa segue tutte le piste plausibili. Ma alla luce degli elementi acquisiti il quadro è diverso; E’ una situazione non facile, è una famiglia non felice e la gioia della figlia Elena non era riuscita a compattare l’ormai ex coppia, ma che ha evidenziato caratteri di mancato rispetto reciproco.
Le immagini acquisite dagli impianti di video sorveglianza delle zone del presunto rapimento, hanno mosso alla signora Patti le prime contestazioni da parte degli investigatori. E’ emerso che nel punto indicato non era presente alcun commando armato, e in quell’ora c’è solo il transito della sua autovettura. L’intenzione della donna era quella di scaricare le colpe sull’ex compagno, portando gli investigatori a valutarne la posizione, la donna riferì di alcuni avvenimenti giudiziari che lo avevano coinvolto nel 2020 e poi prosciolto.
Nella mattinata di oggi, 14 giugno, l’abitazione della donna dove viveva con la figlia Elena è stata passata sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, in quella circostanza la signora non ha retto e ha fornito indicazioni sul luogo dove si trovasse il corpo della figlia. La zona è poco distante, 600m, dall’abitazione in un terreno incolto. Il cadavere della bambina era parzialmente interrato e occultato in 5 sacchi di plastica.
Dopo il ritrovamento della salma e in presenza del suo legale la sig.ra Martina Patti viene risentita dagli investigatori. Ha confermato di aver ucciso la figlia utilizzando un coltello, non fornendo il movente dell’insano gesto e di aver agito da sola.