Slitta al 15 settembre l’inizio del processo a carico di Giuseppe Barba, 66 anni, accusato dell’omicidio del genero, l’ex presidente del Consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso nel pomeriggio di Ferragosto dell’anno scorso all’interno di un bar, a colpi di pistola, per motivi economici, e per continue discussioni scaturite dopo la separazione con la moglie. L’inizio dell’approfondimento dibattimento, in programma davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Agrigento, presieduta da Giuseppe Miceli, era fissato per oggi, in seguito alla decisione del gip di disporre il giudizio immediato, ma a causa di un problema di salute dell’imputato, il processo è stato rinviato per la seconda volta. Il figlio della vittima, rappresentato dall’avvocato Daniela Posante, era pronto a costituirsi parte civile contro il nonno.
La Procura di Agrigento contesta a Barba le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione, il porto in luogo pubblico di un’arma da sparo e la detenzione illegale della stessa all’interno della propria abitazione. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Agrigento e della Tenenza di Favara, coordinati dai pubblici ministeri Paola Vetro e Chiara Bisso avrebbero fatto luce su quel pomeriggio di sangue.
Le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza hanno immortala la Fiat Panda di Barba mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV Novembre dove, in un bar, è stato ucciso l’imprenditore favarese. Proprio su quell’auto, grazie all’esame dello Stub, sono state trovate tracce di polvere da sparo. Il legale difensore dell’indagato, l’avvocato Salvatore Pennica, aveva chiesto ai giudici di annullare il provvedimento d’arresto e contestato pure il video perché “dalla visione emerge un contesto diverso, assai pieno di dubbi”.