Con ordinanza del Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che modifica lo stato di detenzione in carcere con quello meno afflittivo dei domiciliari, il luogotenente dei carabinieri Gianfranco Antonuccio, in servizio al Reparto investigativo della Compagnia di Licata, ha lasciato la casa circondariale Paglierelli di Palermo ed ha fatto rientro a casa.
L’uomo era stato arrestato venti giorni fa (sul suo conto anche dichioarazioni accusatorie dell’ex avvocato Angela Porcello) su iniziativa della Direzione distrettuale antimafia di Palermo (procuratore aggiunto Paolo Guido e sostituti Francesca Dessì e Pierangelo Padova) che aveva chiesto al Gip del Tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, ottenendola, una misura cautelare in carcere oltre che per il carabiniere (difeso dall’avv. Giuseppe Vinciguerra) anche per Filippa Condello, (difesa dall’avv. Giovanni Lomonaco) l’altra indagata finita in carcere al Paglierelli di Palermo. Anche per la donna buone notizie: è tornata in libertà e avrà solo l’obbligo di presentazione in caserma. Il terzo indagato della stessa vicenda, il commerciante Giuseppe Di Vincenzo, 53 anni di Palma di Montechiaro (difeso dall’avvocato Giuseppe Fabio Cacciatore) che era finito ai domiciliari, è tornato in libertà. Per lui è stato disposto l’obbligo di presentazione e di firma.
Le accuse, a vario titolo, per gli indagati sono di corruzione, induzione a consegnare denaro, traffico di monete false e rivelazione di segreto d’ufficio.
Il Gip Zammuto ha tenuto conto nel suo provvedimento degli esiti dell’interrogatorio chiesto ed ottenuto dagli indagati e sostenuto davanti al Pubblico ministero Barbara Cifalinò. Le loro risposte, evidentemente, hanno avuto un peso determinante nel convincere il Gip ad adottare misure cautelari meno afflittive.