U primu timpuluni di Miccichè contro i tragediatori

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Quel Gianfranco ne sa una in più del diavolo.

Miccichè, Miccichè, al lupo al lupo! E in una fredda giornata di qualche mese addietro, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana subì un maldestro attacco dai suoi presunti alleati perchè la sua presenza (e soprattutto la sua potenza) si era fatta davvero ingombrante.

Andai ad intervistarlo a Palermo, qualche giorno dopo la tragedia squagliata come il ghiaccio al sole. Ci furono impedimenti. Molti dei tragediatori agrigentini e palermitani dissero a Gianfranco: “Ma perchè dai retta a questo giornalista! Guarda che è un cialtrone, bla, bla bla, e così via dicendo”.

Gianfranco, al contrario, mi accolse da gran signore; telecamera accesa e via. Cercò, con elevata flemma, di smorzare i toni, nonostante il sottoscritto lo incalzasse sulle tragedie agrigentine e palermitane, e lui, da buon pompiere, buttava acqua sul fuoco. Spense tutto, anche gli animi più accorati, e diede tempo al tempo, senza specificare nè su chi nè su cosa.

Già, quel tempo, più nobilmente chiamato galantuomo. Oggi il primo piatto freddo, gelido, impresentabile a chicchessia. Ma il Gianfranco di Palermo, al contrario, lo ha fatto ingoiare ad uno dei suoi principali pugnalatori all’epoca del fatto, Riccardo Gallo, il quale, unitamente ad un manipolo di omologhi di Affossa Italia, cercò di abbattere una montagna.

Gallo, è risaputissimo, voleva andare a Roma, trovare uno scranno comodo e iniziare una nuova stagione di spunnapedi a destra e a manca. Tutto tranne che cercare di legiferare e amministrare una Nazione: l’Italia (ma vi rendete conto???)

Del resto l’onorevole di Agrigento non si è particolarmente distinto nel quinquiennio palrmitano per portare avanti voci, progetti, soluzioni prima per quegli agrigentini che lo hanno votato e che ancora gli leccano il culo (i bisognosi) e poi per il popolo siciliano. Fiabe.

In tutto il suo “operato di onorevole”, di lui si ricorda una mozione sul ghiaccio, il quale avrebbe dovuto essere pulito e non sporco, soprattutto se usato per fini alimentari.

Voleva andare a Roma; non gli è riuscito. Gianfranco Miccichè, giustamente, ha preferito garantirsi i suoi, quelli di fiducia e non coloro i quali avevano tirato fuori sciabole e archi per abbatterlo.

L’unica degli otto tragediatori a riuscire nel suo intento è la Margot dalle mille risorse: lei correrà per lo scranno di Monte Citorio. Sembrerebbe una nota stonata, visto che la Margot La Rocca era tra i firmatari di quel documento che avrebbe dovuto distruggere Gianfranco. Strano. E Miccichè? Non vede, non sente, non osserva?

Chi è convinto di ciò si sbaglia, e si sbaglia di grosso. Miccichè vede, osserva, scruta e…timpulia al momento giusto. Proprio come ha fatto con Gallo di Agrigento. Tu a Roma un ci va. E Gallo s’arrisstà ccà.

Adesso dobbiamo immaginare l’inimmaginabile: Riccardo Gallo quasi un santo; la scena: prima fa scappare via gli onorevoli Fontana e Iacolino; al momento del bisogno li richiama; oggi si ritrova (inaspettatamente) suo stesso avversario proprio l’on. Fontana per concorrere alle regionali. Se siamo nel mondo delle fiabe, forse qualcuno crederebbe a questa storiellina. E siccome siamo nella realtà Biancaneve e i sette nani devono mettersi rigorosamente da parte. Anzi, vedrete prestissimo cosa accadrà.

E siamo sicuri che Fontana, il quale avrebbe voluto confrontarsi con la Margot del Belice e che adesso si ritrova Riccardo Gallo, continuerà a rimanere al proprio posto?

Cuteddra, ciappoli e spunnapedi sono in agguato!

Che bello! E’ iniziata la campagna elettorale…

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2 Thoughts to “U primu timpuluni di Miccichè contro i tragediatori”

  1. Allora dei sette rimane solo il Gallo ????? Nella provincia di Agrigento ,per le regionali ?

  2. Per come ho visto le cose io, Gianfranco Micciche non ha dato timpuluna,ma solo ???? al valore ,
    Questo rimane solo un mio pensiero.
    Anzi hanno conquistato la poltrona .
    Qui in Sicilia comanda Dell’Utri ,
    Micciche e stato messo a cuccia.

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