L’inchiesta sui presunti dati falsi covid. Si sono avvalsi del giudizio immediato l’assessore Ruggero Razza e i dirigenti della Regione, Maria Letizia Di Liberti e Mario Palermo.
Si sono avvalsi del giudizio immediato, ovvero della scelta di essere subito processati scavalcando il filtro dell’udienza preliminare, l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, l’ex dirigente del Dasoe Dipartimento per l’osservatorio epidemiologico, Maria Letizia Di Liberti, e il direttore dello stesso Dasoe, Mario Palermo. La prima udienza è in calendario il 10 novembre innanzi alla terza sezione del tribunale di Palermo, con rito ordinario. Sono sotto udienza preliminare invece gli altri tre imputati: Salvatore Cusimano, dipendente regionale, Emilio Madonia, impiegato di una società privata, e Roberto Gambino, dipendente dell’Azienda sanitaria di Palermo distaccato al Dasoe. A loro si contesta il reato di falso in concorso. A Di Liberti e Madonia si addebita anche il reato di avere indotto in errore, trasmettendo dati falsi, il ministero della Sanità e l’Istituto superiore di Sanità, che, a fronte di tali dati ritenuti falsi, classificarono la Sicilia a rischio basso e non moderato nella settimana dal 14 al 20 dicembre 2020. Hanno indagato, coordinati dalla Procura di Palermo, i Carabinieri di Palermo e Trapani. I sei indagati avrebbero alterato i dati modificando il numero dei positivi e dei tamponi e, a volte, anche dei morti. Dal novembre 2020 al 19 marzo 2021, data dall’ultimo caso, i Carabinieri avrebbero documentato circa 40 episodi di falso. La giunta regionale, di cui Razza è parte, ha deliberato la costituzione di parte civile nel procedimento.