L’ideazione del Ponte torna sempre prepotentemente nel dibattito politico. Tutti quelli che hanno governato le due estremità dello Stretto si sono “sfirniciati” a studiare un modo per collegare la Sicilia al continente. Come sempre i primi a pensarci furono i romani attraverso il tentativo di di trasportare da Messina a Reggio Calabria un centinaio di elefanti da guerra attraverso un collegamento di navi. Nel 1969 la “genialata” prese forma con il “Concorso di idee”dove vennero fuori tanti tipi di ponti. Il ponte “strallato” il ponte di “Archimede” ecc. La spinta “importante” avvenne con la nascita della concessionaria Stretto di Messina S.p.A., che ebbe la competenza esclusiva sulla progettazione e realizzazione dell’opera. Da quel giorno si sprecano le idee e le dichiarazioni: “ci sono miracoli in ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova” Ed ancora: “pensiamo ad una struttura ecosostenibile, anche sottomarina”.Ed ancora: “lo faremo da punta a punta attaccato a cavi di fibra acciaiosa, ultima generazione” Ed ancora : faremo il ponte tunnel tipo sottomarino”Anche il grande Ugo Tognazzi (Conte Mascetti) avrebbe detto la sua: “Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra? – Eh? Antani, come se fosse Antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento!” Nel 2007 con la scissione del ramo di azienda, ANAS si porta all’81,848%. La Regione Siciliana al 2,58% la Regione Calabria al 2,576%. Nello stesso anno la concessionaria Stretto di Messina S.p.A.,chiude in negativo per 4,65 milioni e una perdita di 5,89 milioni e debiti per 4,70 milioni. Con il DPCM del 2013 la concessionaria Stretto di Messina S.p.A va in liquidazione. Se i siciliani, da allora, avessero donato un euro per le infrastrutture dell’Isola ogni volta che qualcuno ha proposto la realizzazione di un ponte sullo Stretto di Messina, a quest’ora le nostre strade “savutafossa”, le antiche trazzere ferroviarie corrispondenti alla antica misura di 18 canne e 2 palmi, sarebbero completate e non avrebbero niente da invidiare al resto d’Italia. Nel frattempo Scilla e Cariddi continuano a scompisciarsi dalle risa, ostacolando al viaggio per mare i vari Ulisse della politica.
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