La bolletta di agosto, che registra un’ulteriore impennata rispetto a luglio (quando l’energia è arrivata a 3,9 milioni), è più che quintuplicata rispetto alla media dei costi sostenuti nel 2021: circa 900mila euro al mese. A settembre la previsione è di 4,2 milioni; mentre nell’intero arco del 2022 si stimano 17 milioni di maggiori costi rispetto allo scorso anno.
I vertici della società, che lanciano un Sos al nuovo governo nazionale: “Questa crisi dovuta ai costi esorbitanti dell’energia non può essere gestita in modo autonomo dalle aziende. Siciliacque, al pari di altri attori del settore idrico, da sola non ce la fa. Ecco perché lo Stato, assieme all’Autorità nazionale di regolazione, deve intervenire con supporti certi nel medio termine. Il problema non è economico, ma di carattere finanziario. Servono aiuti per un tempo coincidente a quello necessario per recuperare i maggiori costi dell’energia dal sistema tariffario”.
“Gli aumenti dell’energia elettrica – concludono i vertici di Siciliacque – devono essere contenuti o quantomeno gestiti in un quadro di sistema, in particolare per soggetti come la nostra società che erogano un servizio di pubblica utilità”.
Non v’è dubbio che i costi avranno riflessi sui gestori del servizio idrico, come l’Aica che gestisce quello della provincia agrigentina.