Avrebbe avuto certamente più senso, oltre che logicità, se ad esultare al si per ponte sullo Stretto fosse stato l’Ordine degli Architetti della provincia di Messina.
Ma vedere esultare l’Ordine degli Architetti di Agrigento, dopo che la Meloni (come l’uomo del monte) ha detto si alla realizzazione del ponte sullo Stretto appare assolutamente fuori luogo, poco opportuno e lontanissimo da quelle che sono le esigenze di una intera popolazione che geograficamente è penalizzata in quanto, guarda caso, è la più lontana proprio dalla città di Messina.
Non a caso, gli architetti agrigentini, dovrebbero far valere la propria voce su tutt’altre infrastrutture della provincia, marce sotto ogni aspetto: vogliamo parlare delle strade? Vogliamo parlare della linea ferrata? vogliamo parlare dei porti?
Dapprima i proclami; gli architetti agrigentini, armati da buoni propositi, avevano ritenuto che la nostra provincia necessitasse di strade quantomeno “umane”, di linea ferrata degna di tale nome ma soprattutto che la città di Agrigento venisse dotata di un aeroporto. Talmente tanti furono i proclami che noi per primi abbiamo creduto alla fattibilità delle proposte lanciate dagli architetti per farle arrivare sui tavoli che contano.
Tra l’altro, gli architetti agrigentini, sanno meglio di tutti noi che l’unica opera fattibile e realizzabile ad Agrigento è solo e soltanto l’aeroporto; è il meno costoso, si realizza in poco tempo e rappresenterebbe per una intera provincia la vera alternativa allo scempio stradale, ferrato e portuale.
Che dire? Siamo favorevoli al ponte sullo Stretto?
Ma prima dobbiamo arrivare a Messina…
L’ordine degli architetti di Agrigento, ha necessità di stare alla ribalta, festeggerebbe pure per la gronda di Genova, Agrigento: chi è e cosa è questa città, non ci interessa. Questa è la fine