In settimana attesa la seduta di battesimo della Commissione regionale antimafia presieduta da Cracolici. De Luca infuriato per il veto su La Vardera. Gennuso indagato si è auto-sospeso.
E’ attesa in settimana la prima seduta di battesimo della Commissione regionale Antimafia, presieduta da Antonello Cracolici, ex assessore e deputato regionale del Partito Democratico, eletto all’unanimità presidente della, tecnicamente, “Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia”. Sono 12 i componenti che lo affiancheranno a lavoro: Giovanni Burtone (Partito Democratico), Roberta Schillaci (5 Stelle), Michele Mancuso (Forza Italia), Salvatore Geraci (Sicilia Vera), Marianna Caronia (Lega), Carmelo Pace (Democrazia Cristiana), Giuseppe Castiglione (Movimento per le Autonomie), Fabio Venezia (Partito Democratico), Jose Marano (5 Stelle), Marco Intravaia (Fratelli d’Italia), Riccardo Gennuso (Forza Italia all’Ars), e poi l’ex Iena Ismaele La Vardera, di “Sud chiama Nord”, che è stato eletto vice presidente.
L’altro vice presidente è Riccardo Gennuso, che però nel frattempo si è auto-sospeso dalla carica allorchè è indagato per estorsione. E l’opposizione, tra La Vardera e i 5 Stelle Schillaci e Marano, pur nel rispetto del principio costituzionale della presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, lo ha invitato al passo indietro per tutelare la credibilità dell’istituzione. E Riccardo Gennuso è intervenuto così: “Dopo una lunga interlocuzione con il presidente Antonello Cracolici, ho deciso di auto-sospendermi dalla carica di vice presidente vicario della Commissione antimafia, per il rispetto che ho per lo stesso organismo. Ho denunciato un capomafia di Palermo che risponde al nome di Cosimo Vernengo, condannato a 9 anni. E’ un colpo di bassa strategia politica da parte del mio caro amico Ismaele La Vardera che, essendo a conoscenza della mia vicenda giudiziaria, anzichè sostenermi nella lotta alla vera mafia, mi chiede di fare un passo indietro, esponendomi di conseguenza come bersaglio sensibile. Sono pronto a presentarmi davanti alla Procura di Palermo per rendere dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo che si sta celebrando da cinque anni. Sono sereno e consapevole di non avere commesso alcun reato. Se fosse stato il contrario, non avrei minimamente accettato la carica nella Commissione speciale, fin dal primo giorno”.
E ancora nel frattempo Cateno De Luca è infuriato perché gli sarebbe stata promessa e garantita la presidenza della Commissione Antimafia, e poi, invece, sarebbe stato posto un veto al suo candidato presidente, La Vardera, che commenta: “Cateno De Luca aveva lanciato la mia candidatura alla presidenza della Commissione antimafia. Hanno riferito al mio gruppo che la presidenza della Commissione era destinata alla nostra compagine, ad una sola condizione però: che io non fossi il presidente. Sì, tutti tranne me. I motivi? Non hanno aggiunto altro. Ma posso immaginarli, so di esser odiato da parte di tanti parlamentari ai quali, durante la mia carriera giornalistica, ho fatto le pulci. Lo stesso Cateno De Luca ha scelto la mia figura, perché questa ostilità nei miei riguardi? Di cosa hanno paura quei parlamentari che hanno messo il veto?”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)