Dopo la nomina del Consiglio di Amministrazione, avvenuta il 22 novembre 2021 con l’attribuzione della carica di presidente ad Alessandro Patti e di vicepresidente ad Andrea Cirino, il CdA, composto anche da Gaetano Airò, Giuseppe Micciché e Salvatore Nocera Bracco, “chiamato ad un’ardua ma entusiasmante missione”, ha lavorato per ergersi a punto di riferimento, di formazione, produzione e sviluppo dell’arte in tutte le sue forme e per portare, altresì, a compimento il processo di autonomia e indipendenza della Fondazione.
Il presidente Alessandro Patti traccia un consuntivo del 2022 e qualche anticipazione per il nuovo anno:
“Il primo bilancio è estremamente positivo – dichiara Alessandro Patti – ne approfitto per ringraziare ancora il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, per avermi voluto alla presidenza della Fondazione e per avermi dato la possibilità di vivere un’esperienza entusiasmante e gratificante”.
“Dopo due anni di chiusura a causa della Pandemia, il CdA, fin dal suo insediamento, ha lavorato per rimettere in moto la macchina. Abbiamo, per questo motivo, cambiato immediatamente la strategia di comunicazione. Prima dell’emergenza sanitaria – sottolinea il presidente Patti- il teatro era percepito dalla città come una sorta di nicchia per un certo numero di utenti. Una macchina ben collaudata ed oleata che viaggiava da sola, consapevole di poter contare su un numero di abbonati che metteva il precedente Consiglio d’amministrazione nelle condizioni di programmare ed affrontare con serenità una stagione teatrale.
“La nuova Governance – afferma- ha dovuto, invece, fare i conti con una situazione drammatica per via dei contagi del periodo dicembre 2021– gennaio 2022. Abbiamo così dovuto cambiare strategia di comunicazione mettendo in risalto ogni singolo evento, dovendo far fronte ad un calo sensibile degli abbonati. I risultati – evidenzia – sono evidenti a tutti: la stagione è stata ricca di sorprese, di successi di critica e di pubblico e diversi i sold out”.
“Abbiamo cercato di adeguare il Teatro Pirandello ai tempi, non solo sotto il profilo della comunicazione, ma anche attivando immediatamente la biglietteria on line, per offrire alla nostra utenza un servizio diretto ed efficace. Oltre a tutto questo ci siamo anche occupati di portare avanti i nostri punti programmatici. Il nostro obiettivo – sostiene Patti – è stato quello di aprire il teatro ad un’offerta culturale ed artistica ampia e varia, per accontentare i gusti del variegato pubblico. Lo abbiamo fatto subito con eventi pilota che ci hanno dato indicazioni sui gusti del nostro pubblico. Abbiamo anche registrato un cambio dell’utenza del teatro. Si è abbassata l’età media dell’utenza, sono cambiati i gusti e questo è attestato non solo dai numeri ma anche dal sondaggio che abbiamo somministrato ai nostri utenti al termine degli spettacoli della scorsa stagione”.
“È nostro dovere adeguare l’offerta alla domanda; lo abbiamo fatto aprendo alla musica a tutto tondo con la classica, la lirica, abbiamo ospitato l’Accademia del teatro La Scala di Milano e abbiamo fatto sperimentazione: mi riferisco al concerto benefico per i profughi ucraini promosso da Lello Analfino. Questo ci ha permesso di portare in teatro gente che non era mai stata al Pirandello. Abbiamo cercato di avviare delle attività estive, se pur con delle difficoltà logistiche, con ottimi risultati. Siamo riusciti, grazie anche alla caparbietà e all’impegno del nostro direttore artistico, ad ottenere che il Pirandello assumesse a livello nazionale un ruolo di primo piano, con il riconoscimento di teatro di produzione nazionale”.
Abbiamo, così, co-prodotto “Il Caso Tandoy”, per la regia di Michele Guardì, un nome che rappresenta la storia recente del Pirandello ( Guardì è stato anche direttore artistico, ndr). La Fondazione ha portato avanti produzioni come “Ombre” di Gaetano Aronica, “Buoni se potete” di Marco Savatteri e Francesco Bellomo e “L’Onorevole” di Leonardo Sciascia. Siamo riusciti, ancora, a portare al Pirandello la grande musica d’autore, mi riferisco a Claudio Baglioni e Fabio Concato. Il Consiglio di Amministrazione ha voluto mandare un segnale ben preciso a tutte le realtà artistiche territoriali, anche a quelle “fisiche”, come il Teatro della Posta Vecchia con il quale si è instaurato un rapporto stabile di collaborazione, con un cartellone dedicato, dando così una mano a questa splendida realtà agrigentina che opera da 30 anni sul territorio. Abbiamo, infine, ripreso il rapporto con le scuole con le matinée. Un grande successo che ha già incamerato la presenza di 20 mila alunni per le tutte le manifestazioni che verranno messe in scena per le scolaresche. Si continua a portare i giovani a teatro, facendo respirare arte e cultura ai nostri ragazzi”.
Un consuntivo, dunque, esaltate per la massima istituzione teatrale agrigentina che adesso ragiona su progetti per il 2023:
“Per il futuro assicura Alessandro Patti – vogliano continuare a fare tesoro delle indicazioni che ci vengono dal nostro pubblico che sta gradendo molto il fatto che il teatro Pirandello sia un teatro poliedrico. Intendiamo, quindi, proseguire con la già programmata stagione di prosa e continuare con eventi fuori cartellone con le eccellenze del nostro territorio. In questi giorni, infatti, abbiamo avuto Osvaldo Lo Iacono e, prossimamente, avremo anche Francesco Buzzurro. Il Pirandello – conclude il Presidente della Fondazione Alessandro Patti – è un teatro fervido che apre le porte a tutte le realtà artistiche del territorio”.