Nessun rischio, prima di disporre il porto sicuro ci avvaliamo del contributo di valutazioni tecniche specialistiche. Se un viaggio viene indirizzato in un porto vuol dire che le valutazioni fatte dagli specialisti lo consentono. E sono navi di stazza importante che, in passato, si sono trattenute in mare se non due, tre, settimane, anche in condizioni meteo assimilabili a quelle di questi giorni\”.
Lo ha detto il ministro dell\’Interno, Matteo Piantedosi, dopo la scelta del porto di Ancona per consentire lo sbarco dei migranti salvati dalle navi Ocean Viking e Geo Barrens. Le ong hanno contestato la scelta. A loro dire sarebbe stato opportuno scegliere un porto sicuro più vicino, visto anche le condizioni meteo avverse e la necessità di un viaggio di 3 giorni e mezzo per arrivare fino ad Ancona.
\”Abbiamo fatto tutto responsabilmente. E questo perché abbiamo immaginato che il gravame che già soffre Lampedusa in primis, la Sicilia in seconda battuta, ma anche la Calabria – ha detto il ministro – con numero degli sbarchi e tutto ciò che ne consegue, ci sono adempimenti di polizia giudiziaria e screening sanitari, ed è giusto creare i presupposti di distribuzione sul territorio nazionale. Qualcuno ha fatto la mappatura cromatica dei porti che abbiamo indicato negli ultimi mesi e si vede che c\’è stata equa distribuzione su tutti, qualcuno ha invocato quelli che non sono stati oggetto di indicazione e lo saranno a breve. Vogliamo una equa distribuzione sul territorio nazionale con l\’obiettivo di sgravare il più possibile Sicilia e Calabria che non devono essere condannate ad essere campo profughi dell\’intera Europa\”.
“Onore a Lampedusa, isola che ormai da decenni è la prima frontiera dell’Europa. Spero di tornare presto con qualcosa che potrà essere il segno tangibile della discussione avviata oggi”.
Alla seduta di oggi, convocata dal Prefetto Maria Rita Cocciufa, ha partecipato anche il capo della Polizia di Stato, Lamberto Giannini. Presenti pure i vertici delle forze dell’ordine, il procuratore reggente di Agrigento Salvatore Vella, e il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. Un incontro nato proprio dalla richiesta di aiuto lanciata negli scorsi giorni dal primo cittadino: “L’isola ha salvato migliaia e migliaia di migranti nel corso di questi anni e chiederò un risarcimento che consiste nel fare subito Lampedusa zona franca, come del resto ci era stato promesso”.
Un appello che è stato raccolto dal ministro Piantedosi che, a margine dell’incontro, ha annunciato lo stanziamento di un contributo per Lampedusa per far fronte alle ingenti spese: “Il sindaco ci ha fatto presente che in pochi giorni i migranti hanno un costo, in termini di produzione di rifiuti, quantificato in quello che che l’intera popolazione raggiunge in un anno ed è impossibile sostenerlo con le sole risorse del Comune.”