Si è aperto questa mattina, davanti i giudici della quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo presieduta da Vittorio Anania, il processo bis scaturito dall’inchiesta “Self Service” su un presunto giro di tangenti all’interno dell’Ufficio tecnico comunale del comune di Agrigento legate al rilascio delle licenze edilizie.
A distanza di oltre dieci anni dall’operazione, eseguita dalla Digos di Agrigento, sono rimaste soltanto tre le posizioni da valutare dopo che la Cassazione ha disposto un secondo processo d’Appello. Si tratta di due vigili urbani – Rosario Troisi, 64 anni, e Calogero Albanese, 62 anni – e dell’ex dirigente dell’ufficio Sebastiano Di Francesco. Il sostituto procuratore generale De Giglio ha chiesto la conferma della sentenza di secondo grado così come l’avvocato Giovanni Castronovo che rappresenta il comune di Agrigento, parte civile nel processo. In ogni caso sono due le strade percorribili dai giudici anche alla luce del lasso di tempo trascorso: assoluzione nel merito oppure non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Di Francesco era stato assolto “perchè il fatto non sussiste” da una singola accusa di abuso d’ufficio e in questo stralcio vengono mossi analoghi capi di imputazione per le quali è già intervenuta la prescrizione. I due vigili urbani, invece, erano stati precedentemente condannati rispettivamente ad un anno e quattro mesi e ad un anno e due mesi. Anche in questo caso – con l’intervenuta prescrizione dei reati – gli imputati potranno essere assolti nel merito come richiesto dalla difesa. La Corte ha rinviato il processo al prossimo 27 giugno quando ci saranno le arringhe difensive degli avvocati Angelo Nicotra, Vincenzo Caponnetto, Antonio Provenzani e Lillo Fiorello.