Nella gremita sala Zeus, al museo archeologico Pietro Griffo, si è svolto ieri il convegno sul tema “PNRR e rigenerazione urbana” promosso dall’Ordine degli architetti di Agrigento, finalizzato alla presentazione dei cinque progetti che interessano il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e i Comuni di Grotte, Racalmuto, Montevago e Raffadali vincitori di altrettanti concorsi di progettazione che puntano alla riqualificazione urbana attraverso le risorse del PNRR per un importo di circa 24 milioni di euro e accendono i riflettori sull’importanza del concorso di progettazione come strumento per esaltare il talento dei progettisti e rilanciare la centralità del progetto nella realizzazione delle opere pubbliche. Nell’Agrigentino, i progetti premiati nel corso del convegno interessano la costruzione di un edificio scolastico a Canicattì, la riqualificazione urbana nella zona Calvario a Grotte, del centro storico di Racalmuto e del Villaggio della Gioventù di Raffadali e la riqualificazione paesaggistica dell’antica Montevago, distrutta dal sisma del 1968.
“Il convegno – spiega Rino La Mendola, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento – è stato voluto sia per promuovere ancora una volta la procedura del concorso di progettazione quale strumento ideale per valorizzare il talento dei professionisti, che per descrivere i progetti di fattibilità tecnico ed economica di qualità acquisiti dal Libero Consorzio Comunale e dai Comuni di Grotte, Racalmuto, Raffadali e Montevago, grazie ai concorsi banditi la scorsa estate, con la collaborazione tecnico e logistica del nostro Ordine. Siamo orgogliosi di essere riusciti a stimolare gli enti attivi sul territorio, impegnarli nella riqualificazione urbana e nella valorizzazione dei nostri beni culturali ed è una strada che vogliamo continuare a percorrere. I progetti che intercettano le risorse del PNRR per 24 milioni di euro, sono soltanto una prima tappa di un percorso che proseguiremo per promuovere la rigenerazione urbana e il rilancio socioeconomico della nostra terra”.
Dopo i saluti di Gianfranco Tuzzolino, presidente del Polo universitario di Agrigento, e i saluti dei sindaci dei Comuni vincitori del concorso e del commissario del Libero Consorzio, Raffaele Sanzo, si sono susseguite le relazioni di Giuseppe Cappochin, responsabile del dipartimento Riforma urbanistica e futuro delle città del Consiglio nazionale degli Architetti e di Gianluca Peluffo, noto interprete di un’architettura contemporanea che privilegia il linguaggio e la poesia.
Apprezzato l’intervento musicale a cura di Valentina Capraro (soprano) e del duo pianistico composto da Marisa Bonfiglio e Alfonso Lo Presti.
Durante la seconda sessione dei lavori sono stati presentati i progetti premiati nell’Agrigentino.
“Questo progetto – dichiara Raffaele Sanzo – valorizza due obiettivi: mettere insieme le risorse del territorio, considerato che architetti e Libero Consorzio insieme hanno concorso per un progetto, e la realizzazione stessa del progetto. Adesso, presenteremo il progetto e, una volta ottenuto il finanziamento, andremo avanti per realizzare la scuola a Canicattì”.
Puntano sulla riqualificazione urbana i progetti premiati che riguardano i comuni di Grotte, Racalmuto e Raffadali. A Grotte sarà riqualificata la zona Calvario “una zona storica molto amata dai nostri concittadini – dice il sindaco Alfonso Provvidenza – A questo si aggiunge la soddisfazione, ancora una volta, di essere stati tra i primi a fruire di queste risorse, infatti siamo uno dei quattro comuni che, grazie alla collaborazione con l’Ordine degli architetti, ha potuto utilizzare anche la piattaforma nazionale e questo ci ha consentito di velocizzare non poco tutta la procedura amministrativa. Questo ci consentirà di presentare un progetto esecutivo e ottenere finanziamenti di circa 2 milioni di euro per riqualificare la zona Calvario”. Alla soddisfazione del sindaco Provvidenza, si aggiunge quella del sindaco di Racalmuto, Vincenzo Maniglia: “Abbiamo bandito il concorso su questo tema – spiega – perché intendiamo riqualificare l’asse principale del nostro centro storico (via Garibaldi e via Regina Margherita)”. A Raffadali gli interventi di riqualificazione interesseranno il Villaggio della Gioventù, “un’area – commenta il sindaco Silvio Cuffaro – di circa 13 ettari che include una parte boschiva, nata nella metà degli anni ’60, frequentatissima dai cittadini di Raffadali”.
A Montevago, il progetto riguarda l’antica zona cittadina dove è già stata “abbiamo recuperato, dopo 55 anni – racconta il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo – la cattedrale che non può restare una cattedrale nel deserto. La progettazione fatta con l’Ordine degli architetti mira proprio alla rigenerazione di questa fetta di città che ospiterà artisti creando location con impatto ambientale zero”.
Nella seconda sessione del convegno, sono intervenuti i componenti delle giurie: Renata Prescia, docente di Restauro e coordinatrice del corso di laurea in Architettura di Agrigento; Michele Sbacchi, professore di Progettazione architettonica all’Università di Palermo ed i presidenti degli Ordini siciliani: Sonia Di Giacomo (Siracusa), Piero Campa (Caltanissetta), Sebastiano Fazzi (Enna) e Salvo Scollo (Ragusa) ed il Presidente della Fondazione Architetti nel Meditarraneo-Agrigento, Piero Fiaccabrino.
A rendere più emozionante il convegno promosso dall’Ordine degli architetti, la designazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025.
“Ne siamo entusiasti – afferma Rino La Mendola – Assumiamo l’impegno di sostenere il Comune con tutte le iniziative e gli eventi da noi proposti quale contributo degli architetti al dossier presentato a sostegno della candidatura. Questo primo convegno può essere considerato come la prima tappa di un percorso che ci vedrà impegnati in una serie di iniziative. Una tra queste è quella di promuovere, unitamente all’Ente Parco, una biennale di Arte e Architettura contemporanea, nel cuore della valle dei Templi, denominata “Mediterranea”, proprio per dare il senso di Agrigento quale porta di Europa sul Mediterraneo.
La biennale attirerebbe artisti, architetti tra i più famosi al mondo, con l’obiettivo di alimentare uno scambio culturale in questa zona nevralgica del Mediterraneo”.