Non solo gli chiede di succhiargli la lingua, ma mentre esterna le sue perverse richieste ad un bambino, tiene ferma la manina destra in mezzo alle sue gambe. E poi non contento, lo stringe nuovamente a sé tanto che il bambino, avvertito l\’enorme disagio (non certo per il solletico) cerca di divincolarsi.
Ditemi cosa dovrebbe farsene la famiglia del bambino delle scuse che l\’ufficio stampa del Dalai Lama ha inoltrato attraverso le pagine di Twitter. Lo vogliono far apparire come uno che scherza, che si avvicina al prossimo in modo giocoso, INNOCENTE.
Io di innocente ci vedo davvero molto poco, anzi nulla.
Un comportamento inaudito, oserei dire violento. Perché tale è stato. Una violenza ai danni di un bambino che voleva solo salutarlo.
Ora partendo dal fatto che a me sorprende chi si è sorpreso (scusate l\’allitterazione) nel vedere questa condotta, io non posso credere che ci sia chi crede che il Dalai Lama sia per davvero un saggio, spirituale e \”casto e puro\”.
A parte che si deve sempre dubitare di chi ha \”auree di magnificenza celestiale\”, la cosa che non sorprende ma disgusta è la pochezza umana incontrollabile. Un finto mistico, capace di gesti che sono molto vicini alla pedofilia condannata da Papa Francesco nella chiesa Cattolica.
È un video choc, ed è giusta la bufera mediatica contro il gesto e il suo autore.
Non si deve aver paura di dire che colui che dovrebbe essere la reincarnazione di Buddha, che non dovrebbe mai cedere ai piaceri terreni, fa il gesto peggiore, proprio con un bambino. Per non parlare della sfrontatezza di farlo pubblicamente e quindi quel senso di onnipotenza e potere che esercita sulle masse.
Mi viene da pensare che sia necessaria una emancipazione sociale urgente, perché la religione è divenuta alienazione religiosa, e dietro finti riti che inneggiano al bene, alla carità, al misticismo, vi è la mistificazione di un ruolo che è molto lontano dal divino e molto più prossimo a tutto il male che l\’essere umano è capace di concepire prima e compiere poi.
Non si è al sicuro.
Neanche il buddismo è al riparo da atti molto vicini alla pedofilia.
Travestirsi da monaco, da brava persona, non fa di lui una guida spirituale.
Le immagini divenute virali, diventano al contrario il fulgido esempio di un degrado morale e spirituale che sta imperversando negli ultimi tempi.
Credo che non ci si debba meravigliare, ma indignarsi sì, provare schifo pure. E la repulsione verso questo degrado, deve cambiare le sorti del mondo che vira verso la molestia a danno dei più deboli, dei più piccoli a cui nessuno dovrebbe torcere neanche un capello.
C\’è chi ha tirato fuori il rito della cultura tibetana, che risale ad un crudele re del nono secolo con la lingua nera e pertanto tirarla fuori, nella tradizione significava non essere come lui. Ma siamo ben lontani da mostrarla ad un bambino, chiedendo anche di succhiargliela.
E allora domandiamoci cosa faranno mai, fuori dall\’occhio delle telecamere, fin dove si possano spingere queste persone, capaci di comprare tutto, anche il silenzio.
Scavare, capire e tirare fuori tutto questo schifo. Questo si deve e si può fare.
Noi abbiamo Papa Francesco che non solo ha confermato le norme anti-insabbiamento, ma le ha estese anche ai laici.
Nuove regole rafforzate dunque, contro gli abusi. Prevenire e contrastare i crimini di abuso sessuale.
Non si può far finta di scandalizzarsi e poi lasciare che sia. Non si può più. Dentro le stanze dei palazzi con le pareti rosso porpora si consumano atrocità che sono state insabbiate troppo a lungo.
E ci sono persone che non possono non sapere. Anche in passato si è parlato di Papi che non potevano non sapere.
E per chi sa o sapeva e non parla, valgono le stesse regole dell\’omertà che regola la mafia.
L\’omertà è la colpevolezza vestita in abito da sera.
Il coraggio di chi ha voglia di smascherare tutto, di porre fine a quelle che sono vere e proprie molestie, è da ammirare.
Papa Francesco è stato un grande coraggioso in questo.
E lui sa, sa molte, moltissime cose. Forse troppe. Purtroppo per lui, ed anche per noi.