Il governo regionale ha approvato e trasmesso all’Assemblea la riforma che ripristina le Province e l’elezione diretta. L’intervento dell’assessore Falcone sulle coperture finanziarie.
La Giunta Regionale presieduta da Renato Schifani ha approvato e trasmesso all’Assemblea il disegno di legge che ripristina le Province in Sicilia, abolite nel corso della legislatura del presidente Crocetta. Si intende così superare una condizione di stallo che perdura ormai da quasi 10 anni. Nelle more, al timone delle Province si sono susseguiti i commissari, tuttora in carica. La riforma reintroduce l’elezione diretta del presidente della Provincia. Nel dettaglio, le Province saranno sei più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Poi, il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente. Stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne. Prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni. Introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, e la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le Province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e un massimo di 9 assessori. Per quelle tra 500.000 e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno al massimo sei assessori. E’ proclamato eletto presidente della Provincia il candidato che ottiene almeno il 40 per cento dei voti. In caso contrario, la partita si giocherà al ballottaggio. Nella composizione delle giunte devono essere rappresentati entrambi i generi. L’iter parlamentare sarà presto avviato a Sala d’Ercole, in attesa che il legislatore nazionale abroghi la legge Delrio che ha ridefinito il sistema della rappresentanza nelle ex Province con elezioni di secondo livello. La domanda sorge spontanea: come saranno pagate le poltrone prossime ad essere ripristinate nelle Province? Risponde l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone: “Il ripristino delle Province non richiede risorse aggiuntive da parte della Regione. Già nell’ultima finanziaria il governo Schifani ha confermato non solo la copertura da 300 milioni nel triennio 2023/25 che la Regione devolve agli enti intermedi, ma ha assegnato ulteriori risorse – ben 165 milioni sullo stesso triennio – attraverso il Fondo sviluppo e coesione, fatto mai accaduto prima. Vorremmo ricordare che le fonti da cui attingono le ex Province sono essenzialmente le assicurazioni Rc auto, l’imposta provinciale di trascrizione, e le accise dell’energia elettrica. Bisogna precisare che sulle assicurazioni e sulle imposte per le trascrizioni lo Stato opera un prelievo forzoso. Ecco perché nel corso dell’ultimo incontro fra il presidente Renato Schifani e il ministro delle Autonomie Regionali, Roberto Calderoli, abbiamo chiesto di eliminare o ridurre sensibilmente tale prelievo nell’ambito della programmata abolizione della Legge Delrio, una riforma delle Province fallimentare da lasciarci al più presto alle spalle.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)