L\’infermiera di Comitini che ha salvato la vita di un uomo: non era sola…

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C’è qualche piccolo strascico sulla vicenda di Comitini che ha visto come protagonista una infermiera del luogo salvare una vita ad un soggetto che all’improvviso si è sentito male mentre si trovava in piazza.

L’intervento della infermiera fuori servizio ha fatto si che l’uomo scampasse alla morte. Della vicenda si è occupata la stampa nazionale e Lara Valenti ne è uscita fuori come una sorta di “eroina”.

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Per carità, il gesto della Valenti è stato senz’altro straordinario, ma per correttezza di informazione è doveroso anche dare merito a chi, in questa vicenda, è rimasto fuori dalle luci della ribalta pur partecipando più che attivamente alle “manovre” sanitarie per salvare la vita dell’anziano signore.

Si tratta del dott. Francesco Sciarrabone, in servizio presso la Guardia Medica di Comitini. Lo abbiamo avvicinato per farci raccontare come sono andate le cose.

“Il sabato di pasqua – dichiara Sciarrabone – ero in servizio presso il Presidio di Continuità Assistenziale di Comitini. Ad un certo punto sono venuti a bussare alcuni ragazzi i quali mi hanno informato che poco prima un signore aveva avuto un malore grave nella piazza principale del paese e che aveva perso conoscenza. Con loro mi sono recato sul posto immediatamente”.

Che situazione ha trovato?

“Al mio arrivo sul posto ho trovato l’infermiera Valenti e i carabinieri. Ho notato subito che il respiro del paziente era stertoroso per ostruzione parziale delle vie aeree per cui metto l’uomo in posizione di sicurezza con relativa manovra di disostruzione delle vie aeree e subito dopo applico la ventilazione tramite pallone Ambu”.

Dunque ha visto che la situazione era abbastanza critica?

“Si certo – risponde Sciarrabone – ; ascolto il torace e noto che il cuore ha battiti regolari e ritmici, per cui mi oriento verso una diagnosi neurologica e chiedo all’infermiera di reperire un accesso venoso tramite un catetere da me fornito e di somministrare una soluzione fisiologica fornita sempre da me. Nel frattempo era arrivata l’ambulanza con medico, descrivo al collega la situazione clinica e dopo un ulteriore controllo de parte del collega il paziente viene trasferito in ospedale. Posso assicurare che non si è trattato di un infarto”.

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Fin qui le parole del dott. Francesco Sciarrabone che noi abbiamo immediatamente ascoltato e scritto per correttezza di informazione.

E non a caso, sulla silente presenza del medico del Presidio in tutta questa vicenda, abbiamo sentito il Direttore del Dipartimento Cure primarie e Direttore del Distretto Sanitario di Base di Agrigento dott. Ercole Marchica.

A Marchica chiediamo il ruolo assunto in questa vicenda da parte della Guardia Medica del posto. Dice:

“Come sempre accade la Guarda Medica del posto, attraverso la persona del dott. Sciarrabone, è stata presente ed ha avuto anche un ruolo importante per le prime cure importantissime del caso che si è trovato sotto gli occhi. Il tutto, al contrario dell’infermiera alla quale vanno i miei complimenti, è avvenuto nell’assoluto silenzio, nell’ordinarietà del medico a svolgere il proprio lavoro”.

Che ruolo ha avuto il dott. Sciarrabone?

Credo che il suo ruolo ha avuto una funzione straordinaria; ma ripeto non i meraviglio di ciò. Noi aginamo sempre solo ed esclusivamente nell’interesse del paziente, anche quando non bisogna trovare eroine del momento. Noi abbiamo una missione da svolgere e la facciamo non necessariamente sotto qualsiasi riflettore, nel pieno rispetto delle regole e con grande umiltà”.

“Colgo l’occasione – conclude il dott. Ercole Marchica – per ribadire che le aggressioni  nei Pronto Soccorso e nelle Guardie Mediche sono inutili, dannose e non portano a nulla. I medici sono sempre presenti e non meritano le aggressioni fisiche a cui spesso sono soggetti”.

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