Provate per un solo minuto a pensare che a rubacchiare i soldi alle povere anziane di Castrofilippo fosse stato il sindaco Franco Miccichè, qualcuno della sua Giunta o, comunque, qualcuno che non stesse particolarmente a cuore al politico rappresentante Giuseppe Di Rosa, noto per gestire un bar che fa panini non eccessivamente gustosi all\’interno del carcere Di Lorenzo di Agrigento.
Si Giuseppe Di Rosa, rappresentante del Codacons della provincia di Agrigento anche e per conto di un avvocato, tal Cappello, che gli ha spianato la strada per avere questo incarico.
Lo stesso Cappello, ad esempio, non troverà poco coerente il comportamento assunto dall\’\”imbottitore\” (colui che imbottisce panini…) il quale, per la nota vicenda di quel direttore delle poste di Castrofilippo, o meglio il fratello del fustigatore che si chiama Vincenzo, che ha rubacchiato decine e decine di migliaia di euro a delle povere e ignare anziane residenti a Castrofilippo, se ne sta in silenzio. Uno che ne ha per tutti, proprio tutti. Uno che chiede l’accesso agli atti (ormai divenuta una barzelletta tutta agrigentina) anche quando una coppia fa l’amore sfrenato sotto il Ponte dei Frati Neri (sul Tamigi). Per il Codacons Agrigento, la colpa di quell’amplesso sessuale selvaggio è solo ed esclusivamente dall’amministrazione Miccichè. Accade un terremoto in India? Di chi è secondo Di Rosa Giuseppe la colpa?
E il Codacons nazionale fa finta di non sapere nulla; o meglio, perché il suo rappresentante Di Rosa ha assunto questo comportamento contro l’amministrazione Miccichè dopo che questa gli ha negato un assessorato promesso in campagna elettorale? E i vertici nazionali fanno tu scendi dalle stelle?
E adesso lo stesso Di Rosa Giuseppe dovrà fare i conti con una vicenda che lo riguarda non solo tutto da vicino ma persino nei capelli (pochi, a dire il vero, ma che che ogni tanto innaffia in quel di Istanbul).
Di Rosa Peppe, cosa gli racconterà all’avvocato Cappello, se mai questo ultimo chiederà lumi a Giuseppe? Niente! L’avvocato Cappello, anche lui, si girerà dall’altra parte e farà finta di nulla.
E Il Codacons regionale e nazionale che fa, dorme? Ma come, la difesa dei cittadini, la difesa dei propri diritti, la difesa di qua e di la, dei più deboli e poi il suo rappresentante agrigentino (che ha trasformato vergognosamente il Codacons in un partito politico ai piedi di Cateno De Luca) \”Peppe sandwich\” dimentica che una ventina di anziane donne sono state derubate dal proprio fratello e che adesso chiederà attrraverso i suoi avvocati una forma compensativa per non andare in carcere per oltre 4 anni?
Che si fa adesso? Codacons nazionale, invece di dormire e far finta di nulla di quanto accade ad Agrigento, vuol mandare qualche ispettore nella Città dei Templi per vedere come il suo rappresentante maggiore, Giuseppe Di Rosa, fa il bello e il cattivo tempo con chi gli pare e piace?
Codacons nazionale, l’avvocato Cappello dorme. E voi, che “tutelate” I diritti di ogni cittadino, fate finta di non accorgervi che a rubare 160 mila euro è stato il fratello del censore Giuseppe Di Rosa che tenete ancora qui nella sua carica e che ha trasformato quello che aveva principi nobili a difesa dei cittadini, il Codacons appunto, ad un partito politico che nulla c’entra con i diritti di ognuno di noi.
Oppure, adesso, anche il Codacons nazionale ha bisogno di identificarsi in una massa politica per potere andare avanti nella sua attività di, ufficialmente difensore dei cittadini, ma in realtà fin dentro ai capelli annichilita dalla politica della quale non può farne a meno?
Codacons, Codacons, state cominciando davvero a fare ridere…
Non conoscevo questa schifosa storia, aggiornaci. E’ semplicemente vergognoso, io scapperei da Agrigento per non farmi trovare più nemmeno con “Chi l’ha visto”