\”Il riservato\” per la vita di Borsellino. Emerge un rapporto in cui vi erano i nomi di chi doveva morire: Sinico, Canale, Andò, Mannino e Paolo Borsellino

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Emerso di dominio pubblico un rapporto “riservato” dei Carabinieri del Ros che il 19 giugno del 1992 ravvisarono rischi per la vita di Sinico, Canale, Andò, Mannino e Paolo Borsellino.

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Antonio Subranni

Il 19 giugno del 1992, nemmeno un mese dopo la strage di Capaci contro Falcone il 23 maggio, e un mese esatto prima della strage di via D’Amelio contro Borsellino il 19 luglio, il generale di Brigata Comandante dei Carabinieri del Ros, Antonio Subranni, appena assolto in Cassazione con sentenza definitiva al processo sulla ipotizzata “trattativa Stato – mafia”, inviò al Comando generale dell’Arma dei Carabinieri un documento, timbrato come “riservato” e intitolato in oggetto: “Minacce nei confronti di inquirenti e personalità”, tramite cui segnalò, tra gli altri, anche i rischi legati all’incolumità di Paolo Borsellino. E Subranni scrisse: “In Sicilia negli ultimi mesi sono stati compiuti eclatanti delitti mafia, non solo riconducibili ad una fisiologica evoluzione degli equilibri di Cosa Nostra, bensì significativi di una precisa strategia di contrasto allo Stato. Tra questi delitti emergono gli omicidi dell’onorevole Salvo Lima, avvenuto il 12 marzo 1992, del maresciallo Giuliano Guazzelli, avvenuto il 4 aprile 1992, e del giudice Giovanni Falcone, avvenuto il 23 maggio 1992. \"\"In tale contesto si è proceduto ad un’analisi dei dati informativi disponibili, condotta sia in ambienti estranei alla criminalità organizzata che ad essa appartenenti. E ciò ha consentito di acquisire, da più fonti fiduciarie, notizie circa l’esistenza di un intendimento dei vertici di Cosa Nostra di opporsi con determinazione all’attuale offensiva dello Stato, agendo contemporaneamente su due fronti. Con pressioni, in forme indirette, su esponenti politici, miranti a deflazionare l’impegno dello Stato contro la criminalità. E con l’eliminazione fisica di alcuni inquirenti, che si sono evidenziati nella recente proficua attività di repressione svolta nei confronti di Cosa Nostra.

Più precisamente si è appreso che gli onorevoli Calogero Mannino e Salvo Andò potrebbero essere future vittime di Cosa Nostra. E il dottor Paolo Borsellino, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, correrebbe seri pericoli per la sua incolumità a causa delle ultime inchieste sulla mafia trapanese che, fortemente colpita dai recenti successi investigativi, ha di molto ridotto la propria credibilità in seno ai vertici di Cosa Nostra. \"\"Per le personalità citate si ritiene necessaria una diretta iniziativa da parte di codesto Comando Generale per informare gli interessati e le Autorità Centrali. Tutto ciò sarà oggetto di informativa all’Autorità giudiziaria che, peraltro, informalmente, ne è già al corrente.

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Carmelo Canale

Nello stesso documento, i Carabinieri del Ros citano come a rischio vita anche il capitano Umberto Sinico, per l’attività di contrasto condotta nei confronti di una delle maggiori “famiglie” mafiose palermitane, e il maresciallo Carmelo Canale, per le operazioni di servizio e per avere contattato alcuni esponenti di spicco della criminalità isolana successivamente colpiti da provvedimenti restrittivi.\"\" Subranni informa che per Sinico e Canale sono state già adottate delle iniziative a tutela: per Sinico il trasferimento, e per Canale, indisponibile al trasferimento, un’automobile protetta per gli spostamenti.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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