Caso Puccio al Libero Consorzio, la dott.ssa Testone tiene duro…

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La vicenda è sempre la stessa. Il caso di Maurizio Puccio, tra uno smart working vietato e qualche coltellata (metaforica) avuta alle spalle, tra il funzionario e la dirigente Maria Antonietta Testone.

La stessa, ancora oggi, non disdegna di prendere provvedimenti contro altri funzionari che non la pensano come lei. Sarà una coincidenza, ma non si può non sottolineare il fatto che a subire provvedimenti quantomeno discutibili sono quelle persone.

E allora parliamo di una singolare coincidenza che ha colpito una funzionaria la quale, subito dopo il “caso Puccio” nonostante una prima collaborazione con la Testone, a ragion veduta ha preso le distanze dalle iniziative intraprese dalla solerte dirigente. Apriti cielo.

Alla prima che fai, ti stronco. Noi continuiamo a parlare di coincidenze ma sta di fatto che un bel mattino uomini della Digos sono andati a sequestrare le carte che riguardano la vicenda Puccio. La funzionaria, altro non poteva fare, ha consegnato nelle mani dei poliziotti tutto l’incartamento.

Ed ecco scattare la coincidenza. La dirigente Testone monta su tutte le furie. Di fatto ha trasferito in una notte la funzionaria che si era permessa di consegnare le carte alla Digos senza prima avere avvisato lei. Il giorno dopo la funzionaria si ritrova un tavolo presso gli uffici della Polizia Provinciale senza un perché, né tantomeno la Polizia Provinciale avesse fatto richiesta di quella o altra unità lavorativa.

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Eh beh, coincidenza? Ok, coincidenza. Nella coincidenza, però, non rientra un fatto conclamato, reale accaduto: la funzionaria non esita un solo istante a fare valere le proprie ragioni in sede disciplinare evidenziando l\’opportunità di porre a conoscenza la Procura della Repubblica competente in relazione ai vari passaggi del procedimento disciplinare e nomina suoi avvocati Annalisa Russello e Giuseppe Minio. Altro giro, altra corsa.

La Testone, incurante di quanto stia ruotando attorno a lei, (nonostante la denuncia alla Procura di Sciacca del Puccio, nonostante la denuncia fresca della funzionaria e nonostante il sequestro da carte da parte della Digos, continua imperterrita nel suo lavoro e nella sua strada. Senza guardare alcun ostacolo, dritta come un treno ad altissima velocità.

Nel frattempo, Puccio aveva chiesto le ferie che gli sono state negate. La Testone doveva vederlo rientrare a tutti i costi nella sede di Agrigento. E così è stato.

Il tre luglio scorso Maurizio Puccio, in precarie condizioni fisiche e psicologiche, arriva ad Agrigento e firma il regolare foglio.

A metà mattinata dinnanzi agli occhi di Puccio si presenta un altro dirigente, Achille Contino, il quale consegna nelle mani del Puccio le ferie firmate e autorizzate!!!

Ma come, ha pensato Puccio, le chiedo e me le negano, vengo ad Agrigento, mi fanno firmare, e dopo qualche ora mi mettono in ferie di ufficio? Hanno voluto giocare ancora una volta con la mia salute, avrà pensato.

Tra l’altro, le ferie di ufficio gliele presenta un dirigente “comandato” dalla Testone che però appartiene ad un altro settore, e, quindi, non può firmare quelle ferie. Il Puccio, con la pressione arteriosa a 2000, fa notare al Contino questa circostanza. Contino, forse resosi conto in che bordello stava per immettersi anche lui, ritira il foglio delle ferie e se ne va.

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Quasi per miracolo dopo un po di tempo una impiegata porta le ferie a Puccio, questa volta però firmate dalla Testone, come è giusto che sia. Chissà cosa si siano detti Contino e Testone prima di ribaltare una situazione che si era fatta già pericolosa.

Si, pericolosa. Puccio sta male, e comunque intraprende la via di uscita da quegli uffici. Parte, arriva a Sciacca e il malessere continua ad aumentare sempre di più. Un malessere che diventa atroce tanto da convincere la famiglia di chiamare una ambulanza. Puccio viene trasportato in ospedale e dopo pochissimo si ritrova in sala operatoria nel reparto di cardiologia dell’ospedale Giovanni Paolo Secondo. Altro che fingere. I cardiologi si rendono conto che deve essere fatta immediatamente una coronarografia per vedere la condizioni del paziente e soprattutto si concentrano sulla funzionalità dello stend che ha messo qualche tempo fa. Il dolore al petto era lancinante e l’angina si è fatta sentire. Eccome! I medici avviano l’intervento, altamente, come si sa, invasivo. Puccio rimane ricoverato per altri 6 giorni sotto osservazione ma per fortuna non succede nulla.

Questa la triste nuova vicenda che ha colpito nuovamente il funzionario, suo malgrado. Maurizio Puccio. Lui si sente un perseguitato, noi parliamo di “coincidenze”.

E gli altri cosa dicono?

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