Innanzi alla Corte d’Appello di Palermo si è concluso il processo di secondo grado nell’ambito di un’inchiesta, sostenuta dalla Guardia di Finanza, che ha svelato gli interessi di alcuni clan mafiosi, tra Porta Nuova, Pagliarelli, Brancaccio, Noce e Santa Maria di Gesù, nel settore dei giochi e delle scommesse sportive, e la complicità di alcuni imprenditori che avrebbero riciclato i guadagni illeciti nell’interesse dei clan, per un volume di gioco enorme che avrebbe sfiorato i 100 milioni di euro.
Gli imputati sono stati tutti condannati tranne Vincenzo Fiore, assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”. Lui, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Alfonso Lucia, già condannato in primo grado a 9 anni di reclusione, dopo la lettura della sentenza è stato subito scarcerato. A Vincenzo Fiore sono stati dissequestrati tutti i beni sotto sequestro, tra cui il Gaming Managment Group e la Kioskito srl. Poi sono stati inflitti 10 anni a Salvatore Rubino, 11 anni a Francesco Paolo Maniscalco, 4 anni a Girolamo Di Marzo, e 4 anni e 6 mesi a Christian Tortora.