La terribile storia di Simona che torna a vivere con l\’incubo del suo stalker. Dopo tre anni di carcere esce e torna a distruggere la vita della donna: \”E\’ incapace di intendere e di volere\”. La donna: \”Può succedere di tutto\”

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Un grido di sperazione sui social, sulla sua pagina di facebook. Un incubo che ritorna dopo 8 lunghi anni in quanto il suo stalker, dopo essere stato incarcere per questo motivo, esce e torna libero. Libero di fare qualsiasi cosa, libero di tornare a tormentare Simona he adesso non sa pià a chi aggrapparsi. Persino la Caritas di Agrigemto è intervenuta.
Una storia riste, drammatica e fortemente pericolosa. Riportiamo il testo sitto da Simona su fb. Ogni altro commento appare superfluo.
\”Vorrei leggeste…e vorrei lo faceste perché non è una catena, perché sono seria e sopratutto perché è tutto vero.
Io ho soltanto 1 profilo ed è questo.
La stessa cosa vale per Instagram.
Se, quindi, dovessero arrivarvi richieste di amicizia da account con il mio nome e la mia foto non accettatela, non sono io..
Ma tranquilli, non è nemmeno un hacker e nessuno, quindi, vi ruberà nulla.
È soltanto il mio stalker, che dopo 8 anni di violenze psicologiche e morali, 8 di danni alle cose mie e dei miei cari, 7 di udienze e processi, 3 di carcere preventivo per pericolosità sociale, innumerevoli provvedimenti restrittivi e tante, ma davvero così tante vicende sconcertanti, è stato assolto per incapacità di intendere e di volere e quindi è LIBERO.
Libero di dedicarsi a questa nuova attività, anche. Quella di rubare le mie foto, aprire profili falsi e chiedere il contatto alle persone vicine a me.
In questo momento, ad esempio, ha come foto del profilo whatsapp la mia faccia…
Ed è libero.
Si, libero. Avete letto bene.
Per carità, libero di continuare anche – naturalmente – a fare quello che faceva prima, tempestarmi cioè di chiamate, messaggi e minacce.
E infatti lo fa, lo sta facendo anche adesso, mentre scrivo a voi, per esempio.
E libero e SENZA ALCUNA RESTRIZIONE, ci tengo a dirlo.
E questo perché il tribunale
della libertà ha cancellato anche gli ultimi provvedimenti emanati a seguito delle minacce fatte dopo essere stato lasciato libero.
Direte: può essere mai che uno la quale pericolosità è stata riconosciuta tale da addirittura tenerlo 3 anni in carcere in via cautelare, appena esce continua a fare le stesse cose, la vittima continua a denunciare, vengono emanati dei provvedimenti restrittivi perché è incredibile che dopo tutti questi anni una persona dimostri di non mollare un attimo, e un tribunale li cancella?
Si, è possibile.
Il perché? Lo sapremo fra 45 giorni e mentre vi prego di non chiedervi cosa accadrà perché tanto può accadere qualunque cosa, lui ormai in carcere non potrà più andare, non so se avete capito.
È incapace di intendere e volere.
Ah, tranne se mi uccidesse, ovviamente.
Lì ci sarebbe un reato diverso e quindi sarebbe processabile.
Ma quello casomai lo leggereste sui siti locali, non sul mio profilo; in quel caso temo che non potrei aggiornarvi di persona.
Spero mi scuserete.
Ma del resto il suo avvocato, DONNA, lo aveva rassicurato in merito a questo (e lo so perché lui, il cretino, mi ha inviato lo screenshot dei messaggi che si scambiavano).
Si, gli diceva che poteva stare tranquillo (di continuare a torturarmi, cioè) perché tanto lei stava preparando il ricorso e nessuno avrebbe più potuto rimetterlo in carcere.
Che brava che è stata.
Anche a tenerselo nonostante le minacce ricevute è stata brava.
Minacce che doveva ritenere più vere di quelle babbe fatte a me, evidentemente, visto che in udienza, a difenderlo, lei di contro, andava accompagnata dai carabinieri.
Ma che fosse brava nei casi di stalking lo si sapeva già. Ci sono diversi articoli che lo testimoniano.
Potete andare a cercarli se volete. Basta digitare due parole su google e spunta il suo nome e cognome. (Se siete fortunati anche la faccia).
Direte? Simona, hai finito?
No. Ancora un attimo di pazienza.
Manca farvi sorridere con il colpo di scena finale (prima del finale finale) quando, cioè, lo hanno scarcerato (due settimane fa) e un ente pubblico preposto alla salute mentale (del resto per pazzia lo hanno assolto) lo invia (per mancanza di posti, si intende), in una comunità per MINORI e ANZIANI piuttosto che in una struttura adeguata (per davvero).
Perdendoselo per giunta!
Si, perché poi – invece – lo sapevano in psichiatria, benché nessuno sapesse chi glielo avesse portato.
E infatti non glielo aveva portato nessuno.
Non c’era.
Quindi sarà ancora in comunità, direte.
E no, in comunità non c’era perché la direttrice non si era letta nemmeno la sentenza di scarcerazione e quindi, non sapendo che aveva una restrizione, quando ha iniziato a spaccare tutto lo aveva serenamente lasciato andare.
Del resto c’erano ancora i regali dell’inaugurazione incartati, non poteva rovinarli.
Ste sentenze lunghe poi!
Era scritto al quarto rigo dell’unica pagina che aveva da leggere, mica poteva perdere tutto quel tempo.
E allora dov’era? Vi chiederete sempre..
In giro; la sera prima è stato visto davanti al nostro locale anche.
Ma del resto, se nessuno lo cercava perché no? Riallacciare i contatti è importante.
Peccato, però, che una persona che sapeva fosse evaso (perché di questo si trattava) c’era e lo trova.
Per caso.
E in tutta questa vicenda sapete chi è l’unica vera degna di nota? Proprio lei, la mia amica/eroe. Che malgrado tutto si improvvisa agente speciale dei servizi segreti, lo pedina e con la polizia al telefono l’aiuta a prenderlo.
Sembra finto, lo so. Anche a me.
Quel giorno torna in comunità ma oggi è completamente e tempestivamente libero perché tutto questo non ha nessun peso, nemmeno gli errori di tutti i protagonisti preposti a fare questo di mestiere. E non chiedetevi nemmeno chi paga che tanto non paga mai nessuno.
Forse io, un po’.. E tutte le persone a me vicine che trascorrono – ormai da anni – le proprie giornate sospendendo di continuo tutto per dedicarsi a denuncia infinite, vite in ansia, accompagnamenti e tanti tanti dispiaceri.
Fine della storia. Tirate un sospiro di sollievo perché lo so che c’è da girare la testa …oltre che non crederci.
Non ci credo quasi manco io…
Ma questa è.
Insomma, se vi arrivano richieste di amicizia con il mio nome e la mia faccia, non fidatevi, non sono io…
Ma nemmeno delle frasi fatte, dei “denunciate” , delle associazioni private e dei servizi pubblici c’è da fidarsi molto sapete?
Poi un giorno vi racconterò il perché…
Intanto respiro e vado avanti…e mi chiedo (ve lo confesso) quanti si aggiungeranno a tutti quelli che ho incontrato in questo percorso, i quali hanno detto (oppure nei quali occhi ho letto): “si, vabbè, ma chissà lei che ha fatto”…
Vi tolgo una curiosità: non ho fatto niente, solo il mio lavoro.
Buon pomeriggio\”.

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