Dal verbale del primo interrogatorio di Matteo Messina Denaro emerge anche lo scontro Grigoli – Capizzi a Ribera, e la mediazione di Provenzano. I dettagli.
Altre circostanze ed episodi inediti emergono, integralmente, dalle 70 pagine del verbale del primo interrogatorio firmato da Matteo Messina Denaro il 13 febbraio scorso. Il boss, seduto innanzi al procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, e all’aggiunto Paolo Guido, esordisce così: “Ascolti, io ci saranno cose in cui non rispondo, cose in cui rispondo e spiegherò il motivo per cui rispondo, e cose che spiegherò il motivo per cui non voglio rispondere, mentre se mento, ed è evidente che mento, lasciamela passare, significa che io non le voglio rispondere”. Ecco le “regole del gioco” dettate da Messina Denaro prima di intrattenersi 1 ora e 40 minuti con i magistrati.
In riferimento ai rapporti con Bernardo Provenzano, De Lucia e Guido gli domandano: “Ha conosciuto Bernardo Provenzano? – Dalla Tv – Lei non ha mai scritto a Bernardo Provenzano? – Sì, lettere… non l’ho mai conosciuto visivamente – Però sapeva chi era? – Certo che sapevo chi era, ci mancherebbe – E lei perché scriveva a Bernardo Provenzano? – Perché quando si fa un certo tipo di vita, poi arrivato ad un dato momento ci dobbiamo incontrare, perché io latitante accusato di mafia, lui latitante accusato di mafia, dove si va? – Ma lei se lo ricorda quello che scriveva a Bernardo Provenzano? – Sì, pressappoco sì: io chiedevo favori a lui, se me li poteva fare e lui chiedeva favori a me, se glieli potevo fare. – Ecco, ma tra i favori che lei chiedeva c’erano importanti affari… – Omicidi non ce n’erano, questo è sicuro – Omicidi non ce n’erano, però questioni di soldi ce n’erano tante – Sì, ma là, veda, su di me è da 30 anni che travisano, ma non che travisano, voglio dire, sempre volutamente, anche perché poi diventava: tutto quello che c’era lo gestivo io, lo facevo io…”
Poi Matteo Messina Denaro cita l’imprenditore Giuseppe Grigoli, di Castelvetrano, ex Re Mida dei supermercati, ex capo dei Despar tra le province di Trapani, Palermo ed Agrigento. Nell’Agrigentino sarebbe stato lui tra le cause del rischio di una guerra di mafia. Sì perchè Giuseppe Capizzi di Ribera, titolare di un Despar nel suo paese, lo avrebbe truffato, e lui, Giuseppe Grigoli, si sarebbe rivolto a Messina Denaro, che il 13 febbraio ha raccontato: “Cercavo di fare riavere dei soldi ad un amico mio, paesano mio, Giuseppe Grigoli, perché glieli avevano rubati.
Siccome io a questo di Ribera non lo conoscevo, mi sono rivolto a lui… – A lui chi? – Provenzano – E come ha fatto a rivolgersi a Provenzano? – Perché sono un latitante e lui era pure latitante e quindi i canali li conosciamo, non c’è bisogno di essere affiliato. Se io cerco una persona normale, mi viene difficile, ma se cerco un latitante come me, ci troviamo. Abbiamo i nostri sistemi… – Ed in questi sistemi c’aveva una forma di comunicazione dei cosiddetti pizzini? – Bravissimo – E lei come si firmava? – In quel contesto “Alessio” – E perché si firmava Alessio? – Per non mettere il mio nome. Posso capire che è una stupidata – Perché ha scelto Alessio come nome? – No, non c’è una… potevo scrivere pure Fabrizio”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)