di Dorotea Rizzo
Si inaugurerà il prossimo venerdì 6 ottobre alle ore 18,00, da Artétika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15, a Palermo, la mostra dal titolo “Padre nostro, umore e luce” di Stefania Bellot Romanet, artista e nobildonna veneziana, esponente del Novecento, cresciuta alla scuola di Carlo Socrate, famosa per la realizzazione di uno dei due Cristo in gonnella noti al mondo. La mostra, organizzata da Esmeralda Magistrelli e Gigliola Beniamino Magistrelli in collaborazione con Ags_studio di Angelo Ganazzoli e Giorgia Rampulla, sarà presentata da Maria Antonietta Spadaro, storico dell’arte, e sarà visitabile, fino al 26 ottobre, dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 19. .Per informazioni: 333/5747244.
Qualche accenno sull’autrice delle opere in mostra.
Stefania Bellot Romanet , formatasi alla scuola romana e allieva prediletta di Carlo Socrate, ha fatto il suo ingresso nel mondo dell\’arte a metà del Novecento con uno stile in continua evoluzione, dal realismo all’espressionismo fino all’astratto. Il suo amore per i toni scuri, umorali, intervallati da vivaci colpi di luce, crea un equilibrio delicato e drammatico di luci ed ombre, dando vita a un\’espressione artistica inedita. In quest\’equilibrio si riflettono le sue tenebre personali e le sue luminosissime aspirazioni, oltre alle sue profonde riflessioni sull\’umano e sul divino. La personalità della Bellot emerge chiaramente in ogni sua creazione, con una passione che solo i veri artisti possiedono e una freschezza esecutiva tipica dei bambini. I forti contrasti cromatici narrano di un fermento mai placato che continua a guidare l\’artista, indipendentemente dall\’età.
In totale 25 sono le opere e di varie dimensioni, 15 dipinti e 10 sculture, realizzate tra gli anni Novanta fino al 2023. La più discussa è il “Cristo in gonnella”, un unicum della tradizione spagnola e siciliana, insieme al \”Cristo di Burgos\”, custodito nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Scicli. Entrambe rappresentano Gesù crocifisso con indosso una veste che ne copre le gambe fino alle caviglie, mentre l\’iconografia tradizionale vuole che Cristo in croce indossi il \”perizonium\”, termine latino che deriva dal greco \”cintura attorno al fianco\”. La gonna del Cristo nella creazione di Stefania Bellot Romanet è materica, in rilievo e riccamente adornata, come molte delle opere in mostra, in cui l\’esagerazione dell\’accumulo compositivo sembra esprimere e amplificare l\’estetica barocca siciliana.
Tra le opere della nobildonna veneziana anche collage, creati al femminile, con borse, scarpe e tessuti e occhi che sbucano dappertutto.
“Non solo dipinti tra le tele di Stefania Bellot Romanet – racconta la gallerista di Artétika, Esmeralda Magistrelli -, ma anche collage, con vari materiali, creati al femminile, e cioè con oggetti come borse, scarpe e indumenti, appartenuti all’artista. Inoltre, una caratteristica affascinante, è la presenza quasi occulta di occhi. Occhi vivi che sbucando improvvisamente dalle opere e che scrutano, seguono e osservano, senza lasciarti mai. Te li porti dentro con i loro pensieri immaginari”.