Tar Lazio, trasferimento definitivo per 44 docenti agrigentini

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Con la sentenza n. 14939/2023 la terza sezione del Tar Lazio – Roma  ha definitivamente accolto la richiesta di mobilità proposta da 44 docenti agrigentine costrette a viaggiare, ogni giorno,  da 20 anni da Agrigento a Termini Imerese e Bagheria per raggiungere il loro posto di lavoro.

Le ricorrenti ,  tutte  docenti che avevano superato i concorsi a cattedre banditi nel 1994 e nel 1999, con conseguente definitiva immissione in ruolo prima dell’emanazione della L. n. 107/2015, durante il corso degli anni avevano più volte chiesto il trasferimento da Termini Imerese e Bagheria ad Agrigento, ma la massiccia presenza di docenti munite di riserva per legge 104/92 impediva loro di tornare. Per tale motivo molti di loro riunite nel comitato INSEGNANTI IN MOVIMENTO denunciavano al provveditorato tale situazione.

Nel 2016 la beffa , il Governo emanava  l’Ordinanza Ministeriale n. 241/2016 con cui  disponeva che , per quell’anno, i posti messi  a disposizione dall’ufficio scolastico alle mobilità interprovinciali, venivano accantonati in favore dei docenti  , già vincitori del concorso del 2012 , neo assunti con la legge 107/2015, quindi senza servizio,  con minore punteggio delle ricorrenti  e senza alcun titolo per essere preferiti ai loro colleghi più anziani e con maggiore esperienza.

Le docenti dopo anni di soprusi e costrette a percorrere 300 km al giorno decidevano di dare incarico all’Avv. Francesca Picone, da anni specializzata in diritto scolastico, per  chiedere l’annullamento della Ordinanza  241/2016  e conseguenzialmente del bollettino che rigettava la loro richiesta di trasferimento.

In via provvisoria il TAR disponeva il trasferimento delle 44 ricorrenti ad Agrigento e, finalmente, adesso dopo ben 7 anni, la sentenza di merito che  , annullando la Ordinanza ,  ha fatto divenire definitivo il trasferimento.

Sentita sul punto l’Avv. Picone rassegna come “la questione nella sua complessità tecnica ha dato voce al merito, al lavoro degli insegnanti onesti, di quelli che ogni giorno scendono in campo per svolgere un lavoro pieno di pesi in favore della società,  censurando una legislazione scolastica  farraginosa  affidata ad una decretazione talvolta concertata ad personam. In una piccola comunità come quella agrigentina, avere dato ristoro a 44 lavoratrici significa avere  cooperato per sostenere il diritto ad un lavoro giusto e  dimostrare come già la scuola deve essere simbolo e fucina di tutela del singolo e della collettività”.

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