\”Non sopporto l\’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l\’ ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!\”
Così inizia la lettera scritta 25 anni fa in occasione del Natale da don Tonino Bello.
E davanti allo scenario che ci si presenta alla vigilia di questo Natale viene voglia di richiamare lo spirito di quella suggestiva provocazione.
Le continue tragedie che si registrano davanti le nostre coste con tanti bambini, donne e uomini che trovano la morte fuggendo dalla miseria e dalla mancanza di libertà, famiglie in difficoltà per mancanza di lavoro e per la perdita di sussidi, giovani esposti ai pericoli dei trafficanti di droga, imprenditori che cercano di resistere nonostante la mancanza di politiche di sostegno alle attività produttive e nonostante la presenza di una criminalità di stampo mafioso che prevarica le regole del mercato, sindaci lasciati soli ad affrontare le fragilità sociali delle loro comunità e a subire le minacce di chi non sopporta l\’ adozione di pratiche legali, come in questi giorni è accaduto al sindaco di Santa Elisabetta Mimmo Gueli a cui va la nostra solidarietà e vicinanza,
cittadine e cittadini che scontano i disagi di una sanità pubblica sempre meno efficiente, anziani che muoiono in solitudine e a causa della solitudine, insomma un contesto tutt\’ altro che esaltante ma che nella festa più celebrata al mondo trova argomenti per guardare con fiducia verso chi si deve occupare di organizzare la speranza del territorio.