Medico agrigentino in servizio presso un ospedale di Varese ha strappato alla morte un uomo colto da infarto al miocardio mentre era in volo sulla tratta Catania-Milano. Protagonista è il medico Innocenzo Infantino. È lui stesso che ha raccontato la storia.
Il tutto si è verificato nella mattinata di ieri, sul volo Catania-Malpensa.
“Poltrona 27 A in fase di volo, ritorno dalle vacanze natalizie. Accendo il mio tablet, e decido di rilassarmi con la lettura. Ogni tanto, distolgo il mio sguardo, per contemplare dal finestrino, quel cielo dipinto di nuvole e di blu. Trastullandomi tra i miei pensieri, dal fondo dell’aereo, una signora inizia a gridare. Il marito perde i sensi e si accascia sulla poltrona. Immediatamente hostess e stuart di bordo, distendono il paziente per terra e provano a risvegliarlo. Niente. Inizia a crearsi un clima di tensione e paura. Mancano 20 minuti per l’atterraggio. Il personale di bordo, cerca di prendere il polso e misurare la pressione, prova, riprova, ma niente. Il paziente rimane incosciente. Una delle hostess presa dallo sconforto si rivolge verso di noi per chiedere se c’è un sanitario a bordo. Nulla, tutti vacanzieri, tranne me. Così lascio i miei pensieri e corro verso la scena. Controllo il polso e noto assenza di battito, metto due dita sulla carotide, niente. Controllo anche se il paziente ha qualche riflesso. Niente. Il paziente è andato in arresto cardiaco. Chiedo allo stuart di aiutarmi a togliere il cappotto del paziente e il maglione. Così inizio a fare la manovra cardiopolmonare. Via con le prime 30 compressioni. Controllo niente. Ancora con altre 30. Niente. Altre 30. Niente. Chiedo subito allo stuart di prendere il defibrillatore. Mentre accende il DAE continuo con la rianimazione, pensando che fra 10 minuti, se il cuore non riprende a battere, il paziente inizia ad avere danni irreversibili fino a lasciarci le penne. In quel momento ho iniziato a realizzare come fossero preziosi i minuti del tempo. Metto gli elettrodi e via con la prima scarica. Ricontrolliamo e finalmente il cuore riprende a battere. Mentre il personale prepara l’atterraggio, lo stuart chiama per far arrivare i soccorsi. Io rimango per terra insieme al paziente. Finalmente atterriamo e anestesista e infermieri prendono in consegna il paziente.
Soltanto adesso ricevo la telefonata della moglie, che mi ringrazia per il soccorso prestato, informandomi che il marito è in osservazione in ospedale ma fuori pericolo. Ringrazio il Signore per avermi dato lucidità e freddezza in quei 20 minuti interminabili della mia vita. Di questo viaggio con easyjet rimane una vita salvata e l’emozione di un battito”.