E così anche la 17enne unica superstite della strage di Altavilla Milicia ha confessato la sua partecipazione all’eccidio della sua famiglia.
Il racconto ai giudici per i minori è raccapricciante. “Si è trattato di un rito di purificazione – ha dichiarato . in quanto la mamma e i fratelli erano posseduti da satana. Invocavamo Dio affinchè facesse uscire dai corpi della famiglia il demone e nel frattempo colpivamo la mamma con calci e pugni. La mamma – ha continuato – è stata la prima a morire e poco prima aveva implorato me e papà di fermarci e chiamare i carabinieri”.
Il capo della Procura di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio parla di “godimento per le sofferenze e di divertimento nel fare soffrire l’essere umano”.
La mamma è stata colpita ferocemente con una padella e le è stato puntato addosso un phon acceso sulla pelle. Dopo la strage la 17enne ha è andata nella sua stanza ed è rimasta li per 36 ore, con i corpi della famiglia ancora distesi per terra e con i mano i cellulari di mamma e fratelli perchè durante la strage aveva paura che potessero chiamare qualcuno.
C’era il demonio da anni in casa. Lo sentivano nell’aria, lo vedevano in alcuni oggetti e soprattutto dentro i corpi della mamma e il piccolo Emanuel. Si è deciso di fare il rito di purificazione che aveva nel dolore fisico una delle necessarie pratiche di liberazione. Nella villetta sono state consumate delle orribili torture.
Dopo la mamma sono stati uccisi il piccolo Emanuel e il sedicenne Kevin. Ed ecco un altro possibile macabro dettaglio: il fratello più grande prima di essere ucciso avrebbe partecipato alle torture subite dal fratellino. Kevin era consapevole di ciò che accadeva. Ha inviato dei messaggi agli amici. In alcuni parlava del demonio, della presenza della coppia giunta da Sferracavallo, della mamma che stava male, “posseduta”, e del tentativo di liberarla. Si erano tappati in casa. Nessuno da giorni lavorava o andava a scuola.