Questo soggetto, fra le “aspirazioni” che ha nella vita, oltre ad offendere, denigrare, inveire e dileggiare, adora mettere alla berlina chi rema contro di lui. Il dato colossale, però, è che lo stesso soggetto della foto non esita un solo istante a pubblicare nomi e cognomi di chicchessia, come se fossero dei ladri.
Lo ha fatto recentemente, pubblicando nomi e cognomi di coloro i quali hanno collaborato per il mandorlo in Fiore, e un fatto assolutamente normale e legittimo (io lavoro e devo essere pagato) ha cercato di farlo apparire come un fatto delittuoso, un latrocinio, come se davanti avesse dei delinquenti.
Ha pubblicato, dicevamo, nomi, cognomi e relativo emolumento percepito (da percepire) in occasione della festa di cui sopra (però ha cancellato il codice fiscale…) come se questi fossero dei ladri.
Perchè arrivare fino a tanto? Perchè la gente deve sapere quanto guadagna ciascuno di noi, lavorando regolarmente, con tanto di pubblicazione di nomi e cognomi? Perchè adora violare la privacy di chicchessia pur di portare avanti le sue elucubrazioni mentali che lo fanno convincere di essere un grande?
Questo giornale, pur rubando dello spazio prezioso alle proprie colonne, ha deciso di rendere protagonista lo stesso soggetto che gode vedendo le sofferenze altrui. Pensate, stiamo parlando di un soggetto, Giuseppe Di Rosa, rappresentante del Codacons Agrigento, che per fottere i propri avversari, cammina con un registratore nascosto sotto la camicia pronto a per registrare eventuali “discorsi” che possano portare l’avversario in vere e proprie denunce penali. In passato lo ha fatto e un ex onorevole agrigentino ne conosce le spese.
Che caratura ha un tizio del genere? Che caratura ha un tizio che minaccia non tanto velatamente anche il Procuratore della Repubblica di Agrigento sol perchè, a suo dire, ancora non ha messo in carcere uomini e personaggi che non lo hanno accontentato per un misero assessorato? La cosa più grave di ciò sta nel fatto che quando gli si fa notare che minaccia anche un Procuratore, dopo due sue “apparizioni” nega ciò che è stato reso pubblico attraverso le sue stesse parole, dove viene inchiodato in modo inesorabile. E sono le sue stesse parole? E lui, nonostante i filmati (dopo che qualcuno certamente lo avrà preso a calci nel culo) nega; dice che non ce l’ha con il Procuratore e che sono tutte invenzioni. Come se i suoi avversari siano più sciocchi di lui (“Aspetto di andare in pensione, a maggio, e poi vedremo sul da farsi. Oggi non posso perchè io e il Procuratore apparteniamo allo stesso Ministero).
Per non parlare delle offese, di infimo ordine, perpetrate nei confronti del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, attaccato come fosse un delinquente qualsiasi. Ma lui, Giuseppe Di Rosa, cu minchia è (quando ci vuole ci vuole e perdonatemi)? Perchè denigra tutto e tutti e lui non vuole essere toccato? Perchè telefona a coloro i quali non sono d’accordo con i suoi post sui social e gli dice che...tu un si cchù amicu miu…
Detto del registratore nascosto sotto la camicia che registra a tradimento (che uomo…) lui moralizza predicando male e razzolando malissimo (contro gli altri, però…)
Giova ricordare che a questo soggetto viene chiesto da mesi per quale motivo è stato cacciato via dalla gestione dello spaccio del carcere Di Pasquale di Agrigento, e lui, miseramente, fa finta di nulla. Lui che fa i conti in tasca a tutti e non guarda le proprie. Lui che cerca di capire come guadagnano (onestamente) gli altri e non indaga attraverso quel Codacons come guadagnava i soldi suo fratello. Decine e decine di migliaia di euro letteralmente rubati dai conti correnti di ignari vecchietti castrofilippesi, mentre questo altro grande uomo svolgeva le funzioni di direttore dell’ufficio postale locale.
Giova ricordare che a questo soggetto è stato chiesto perchè durante il suo “lavoro” all’interno della Casa Circondariale, qualche tempo fa è stato denunciato. Giova ricordare che lo stesso soggetto per un lungo periodo ha venduto scarpe, anfibi e persino paste di mandorle (delle beate suore di Santo Spirito) mettendo annunci sui social e nello stesso tempo sfruttando il numero del carcere di Agrigento. Ci risulta che qualche mese fa qualcuno ha telefonato alla Casa Circondariale chiedendo i prezzi e l’acquisto di un paio di anfibi e di due chili di “viscotta ricci” !!! Provate ad immaginare il centralinista del carcere quando si è sentito dire queste richieste.
E per chiudere, ve ne racconto un’altra. Poco tempo fa, questo eroico personaggio, ha chiamato sul mio cellulare (numero rigorosamente nascosto…). Erano più o meno le 23,00. Appena ho risposto e detto: pronto? Ecco la sua risposta: “Bastardo, figlio di puttana, devi morire, te la farò pagare”. Queste sono state le parole più carine a me rivolte.
Insomma, un vero e proprio “eroe“. E nell’attesa che risponda ai quesiti di cui sopra, noi abbiamo cercato di emularlo (che non è certo il massimo dei sogni di chicchessia) rendendo anche a lui un briciolo di popolarità come spesso accade con le sue povere vittime, oggetto dei suoi strali.