Nino Madonia: no a revoca 41 bis

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La Cassazione ha negato la revoca del 41 bis a carico del boss ergastolano pluri – omicida Nino Madonia: “La sua famiglia è ancora operativa nel territorio”.

Il boss palermitano del mandamento di Resuttana, Nino Madonia, è settantenne, ha collezionato una raffica di ergastoli, però adesso la sua difesa sostiene che non sia più operativo, e per tale ragione si è rivolta alla Cassazione per ottenere la revoca del 41 bis, il regime del carcere duro. La Cassazione ha risposto “no”, così come in precedenza il Tribunale di Sorveglianza, e ciò perché i magistrati ritengono che la famiglia Madonia, tramite i parenti del detenuto, sia ancora attiva nel territorio di appartenenza.

Il verdetto sarà stato condizionato anche dalla fedina penale di Nino Madonia, figlio di don Ciccio compare di Riina e morto in carcere a Napoli nel 2007, che è grondante di troppo sangue. Si contano tra gli altri gli ergastoli per il duplice omicidio del poliziotto cacciatore di latitanti Nino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio. Il padre di lui e suocero di lei, Vincenzo Agostino, è appena morto e nella tomba ha conservato ancora la barba lunga mai tagliata dall’assassinio in attesa di verità e giustizia. E poi l’omicidio del segretario regionale del Partito comunista, Pio La Torre, del quale martedì prossimo 30 aprile ricorre il 42esimo anniversario della morte. E poi le stragi del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del giudice Rocco Chinnici, e poi gli agguati mortali al vice questore Ninni Cassarà e all’agente Roberto Antiochia.

E poi la strage di Pizzolungo contro il magistrato Carlo Palermo, e che invece, per un errore, fu la strage degli innocenti: Barbara Rizzo e i suoi due figli gemelli, Giuseppe e Salvatore Asta, di 6 anni. Nel motivare il provvedimento di non revoca del 41 bis i giudici della Cassazione si riferiscono – si legge testualmente – “all’attuale vitalità della compagine associativa in cui Madonia aveva a lungo militato nonché la sua consolidata componente familistica: fino al 2021 sono stati arrestati in esecuzione di numerose operazioni di polizia decine di affiliati, alcuni imparentati con Madonia, operanti nel mandamento di Resuttana”.

E poi la Cassazione sottolinea – ancora testualmente – “l’assenza nella sua condotta in carcere di elementi in qualche modo sintomatici di un suo allontanamento dall’organizzazione criminale: di contro risultano ripetute sanzioni per infrazioni disciplinari”. Non è stato accolto il tentativo dei difensori di Nino Madonia di sollevare dubbi sulla legittimità costituzionale della legge 199 del 2022 che nega la possibilità di riconoscere benefici carcerari ai detenuti al 41 bis che non collaborano con la giustizia. Lui, Nino Madonia, si è sposato in carcere il giorno della strage di Capaci, il 23 maggio del 1992, e, dopo l’esplosione, una telefonata al “Giornale di Sicilia” annunciò un regalo di nozze speciale per lui. Nel frattempo all’Ucciardone si scatenò un applauso liberatorio.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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