Aldo Mucci (SGS): “Caduti fuori”, occorre una scuola più attraente”

Condividi

Li chiamano drop-out “caduti fuori” i  ragazzi che abbandonano gli studi prima di aver conseguito un diploma o una laurea. Quando gli studenti si allontanano dal sistema scolastico e formativo, di fatto si allontanano anche da uno dei luoghi principali “di protezione” della persona, ma soprattutto vanno incontro a una mancanza di opportunità che pregiudica fortemente la loro riuscita non solo a livello formativo, ma anche umano e sociale. Sappiamo che la “riuscita” scolastica è un vero e proprio processo alle sfide umane fin dai primi giorni di vita. Il contesto familiare e sociale, – disoccupazione, precarietà economica e lavorativa, povertà materiale ed educativa hanno un peso importante, ma lo sono anche i contesti dell’apprendimento e dell’insegnamento, considerati nella loro diversità. In molti quartieri la dispersione scolastica è un fenomeno che raramente fa notizia. Non ci sono spargimenti di sangue, nessun allarme, solo un gruppo  di ragazzi e ragazze con poca voglia di studiare.  Educare come dice sempre Giuseppe Pierro Direttore Generale dell’USR Sicilia  è prima di tutto una sfida da affrontare con dedizione, coraggio, passione, responsabilità, entusiasmo, prendendo coscienza degli importanti cambiamenti in corso nella società che ci chiedono di ridurre il divario culturale tra educatori e ragazzi, tra scuola e famiglia, tra scuola e istituzioni territoriali. Educare significa far crescere, nutrire. Tutto ciò è assolutamente vero. Anche la bellezza deve fare la sua parte. (provate ad andare ogni giorno in posto brutto). La bellezza delle aule, delle palestre, dei laboratori. Un posto attraente  che ti accoglie sempre con un sorriso. Ciò non cancellerà certamente di colpo i numeri dell’abbandono, ma quantomeno toglierà dalla strada quella ragazza quel ragazzo che non riesce a sognare, già inserito nelle liste dei drop-out “caduti fuori”  – conclude Aldo Mucci.

Notizie correlate

Leave a Comment