L’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, contesta i piani di razionamento disposti da Siciliacque: “Determinano disparità di trattamento tra gli utenti”.
Siciliacque, la società mista tra Italgas (75%) e Regione Sicilia (25%), ha tra le mani 13 acquedotti e 6 invasi artificiali nell’isola. E rifornisce anche la provincia di Agrigento vendendo l’acqua a 0,69 centesimi a metro cubo. Spesso si accumulano debiti, come nel caso dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, destinataria di un decreto ingiuntivo firmato da Siciliacque per 18 milioni di euro. L’Aica si è opposta, contestando tra l’altro che Siciliacque preleva parecchia acqua dal territorio agrigentino e poi la rivende agli agrigentini. Siciliacque ha disposto due piani di razionamento, il primo a gennaio e il secondo a marzo. Adesso tali razionamenti sono altrettanto contestati da Aica. Attualmente vi è una riduzione della fornitura idrica di circa il 25% per i Comuni serviti dall’acquedotto Favara di Burgio (con annessi gli acquedotti Casale, Montescuro Ovest e dissalata Gela-Aragona), e una riduzione di circa il 40% per i Comuni innaffiati dal sistema formato dagli acquedotti Fanaco, Voltano e Tre Sorgenti. Ebbene secondo Aica ciò determina una potenziale disparità di trattamento tra gli utenti.
Ecco perché il direttore generale dell’Aica, Claudio Guarneri, ha telefonato al Genio Civile pregandolo di convocare un tavolo tecnico permanente sulla crisi idrica nel territorio di Agrigento. L’obiettivo dell’Aica è una revisione delle riduzioni per riequilibrare le forniture e distribuire equamente le risorse nel territorio tramite la collaborazione dei sindaci interessati “in un contesto – sottolinea Guarneri – di condivisione, trasparenza e solidarietà che da sempre guida la governance di Aica in tutto il suo operato. Aica – aggiunge il direttore generale – è quotidianamente impegnata nel cercare soluzioni adeguate, che garantiscano un trattamento paritario e solidale a tutte le comunità servite, mediante la condivisione di responsabilità e strategie volte a fronteggiare la criticità di un momento storico unico che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza e di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)