Aldo Mucci (SGS): “Crisi idrica, cosa si può chiedere di più ad un Prefetto?”

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Cominciamo da un incipit – scrive in una nota Aldo Mucci, SGS scuola -: “I prefetti sono chiamati a una paziente attività di mediazione sociale e di tessitura e confronto con le altre autorità locali per definire, in ciascun territorio, efficaci modelli di prevenzione e intervento, adeguati alle specificità dei singoli contesti” ( Sergio Mattarella)  Sappiamo tutti – lo spero- che il Prefetto rappresenta il governo a livello locale, tra le sue aree di competenza vi sono le attività di coordinamento in materia di sicurezza e ordine pubblico, sviluppo economico, ambiente, cura del territorio, servizi alle persone e alla comunità. La sua attività si concretizza, oltre all’organizzazione di tavoli di concertazione, nella pubblicazione di ordinanze e decreti. Ad Agrigento il Prefetto Filippo Romano si ritrova sul tavolo una emergenza idrica senza precedenti. Una emergenza antica – come la “camminata a piedi” – direbbero i palermitani che “scoppia” non improvvisamente ma dopo lunghi anni di “mala gestione”. Una emergenza “figlia” di una politica disattenta, strafottente, che oggi a distanza di anni presenta il conto. Un conto che non può pagare certamente il Prefetto, insediatosi soltanto da maggio 2023. Un conto che andrebbe pagato alla “romana” tra Protezione Civile, Governi regionali, Gestori Acque. Il Prefetto Romano, come avrebbero fatto tutti i prefetti del nostro Paese, ha firmato dei provvedimenti volti alla requisizione di pozzi privati, requisisce le reti idriche e blocca tre centrali idroelettriche, incontra i manifestanti ed i Sindaci. E’ inoltre in continuo contatto con la “cabina di regia” istituita dal Presidente Schifani. Al Prefetto Romano non possiamo chiedere di più. A meno che (non me ne voglia il Prefetto) gli chiediamo di vestire i panni degli indiani  Cherokee, antiche tribù del nord America, i quali effettuavano la danza della pioggia con l’intento duplice di ottenere la caduta della pioggia e per ottenere una sorta di purificazione della terra dagli spiriti maligni. Ci chiediamo infine se il capo della protezione civile conosce l’arte della rabdomanzia, attraverso la quale si potrebbero dotare i sindaci di bacchette di legno biforcute, sarebbe utile a risolvere la grave criticità” – conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale SGS Scuola.

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