Caso Bergamini, Isabella Internò è colpevole. La corte d’Assise la condanna a 16 anni

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Isabella Internò condannata ad anni 16 di reclusione per omicidio volontario in concorso con ignoti con l’aggravante della premeditazione. Escluse le aggravanti di aver agito col mezzo venefico e della crudeltà.
Concesse le attenuanti generiche.

Condannata anche al risarcimento alle parti civili.
Alla lettura della sentenza, le lacrime liberatorie di Donata Bergamini che ha abbracciato i familiari e il suo avvocato, Fabio Anselmo. In Aula con Donata i suoi tre figli, Alice, Andrea e Denis.

L’accusa, lo scorso 20 settembre aveva chiesto per l’imputata 23 anni.

L’imputata in aula, (con lei suo marito Luciano Conte, la sorella e qualche amico) ha ascoltato insieme ai suoi legali la sentenza letta della presidente Paola Lucente dopo 8 lunghe ore di camera di consiglio.
La Internò condannata oltre ai 16 anni di reclusione anche alla interdizione perpetua dei pubblici uffici e dei diritti civili per tutta la durata della pena.
Il caso della morte di Denis Bergamini morto il 18 novembre del 1989, era stato riaperto su richiesta dell’Avv. Anselmo dalla procura di Castrovillari all’epoca guidata dal dott. Eugenio Facciolla.

Dopo la sentenza le parole di Donata Bergamini:

”35 anni pesano, sulla mia vita e sulla mia famiglia. Bisogna provarlo per capirlo. Almeno i miei nipoti non dovranno avere questo peso. Quando ho sentito questa sentenza ho pensato subito a mio padre che non c’è più e a mia madre che forse non capirà questa sentenza. Mi aspettavo la sentenza con l’aggravante della premeditazione, perché i presupposti c’erano. Sono orgogliosa del lavoro della procura. Ho sempre creduto nell’uomo e non nella divisa. Ho sempre creduto nelle forze dell’ordine e nella magistratura, anche se ho avuto momenti di sconforto e queste figure non hanno sempre fatto quello che dovevano”

l’Avv. Anselmo:

”speravamo in questa sentenza perché abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia. Certo, se avessimo avuto questa procura e questi Pm sin dall’ inizio, non ci sarebbero voluto 35 anni per avere la verità.
quando abbiamo chiesto la riapertura, sposata dal procuratore Facciolla, si è aperto un nuovo capitolo che si è concluso oggi. Ci sono stati tanti momenti difficili; quando è stato trasferito il procuratore Facciolla abbiamo temuto che chi subentrasse ci abbandonasse ed invece è stato fatto un ottimo lavoro. La giustizia è degli uomini, ma gli uomini non sono tutti uguali e quindi la giustizia non è sempre uguale”




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