Piano Territoriale Regionale: per gli architetti “l’aeroporto di Agrigento è la priorità assoluta per superare il gap infrastrutturale del territorio provinciale”

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La Mendola “Puntiamo sul PTR quale strumento per stimolare un nuovo piano di investimenti speciali per la costruzione di nuove infrastrutture a servizio del territorio agrigentino”.

Dotare il territorio agrigentino di uno scalo aeroportuale a servizio della Sicilia centromeridionale. È questo l’obiettivo prioritario individuato dagli architetti nel documento inviato all’assessorato regionale Territorio e Ambiente quale contributo dell’Ordine alla redazione del Piano Territoriale Regionale (PTR), presentato al Palacongressi lo scorso 12 settembre.

“Al fine di offrire il nostro contributo al Piano Territoriale Regionale – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – abbiamo convocato l’assemblea degli iscritti che ha approvato un documento con il quale vengono riproposti, integrati e rilanciati i contenuti del manifesto precedentemente condiviso con la Rete delle Professioni Tecniche di Agrigento sul tema delle infrastrutture necessarie per il rilancio socio-economico del territorio agrigentino”.

L’anello autostradale

“Per quanto riguarda i collegamenti su gomma – continua La Mendola – abbiamo evidenziato la necessità di chiudere l’anello autostradale con la realizzazione della Castelvetrano-Gela che attraverserebbe tutto il territorio provinciale con quattro corsie (due per senso di marcia) e con il completamento concreto del cantiere infinito della SS 189, in modo da garantire le quattro corsie anche per collegare Agrigento a Palermo”.

L’alta velocità su strada ferrata

“In materia di collegamenti su strada ferrata – spiega il Presidente dell’Ordine degli architetti – abbiamo sottolineato la necessità di integrare i lavori in corso per il potenziamento della linea Agrigento-Palermo con un piano di interventi finalizzati a garantire il collegamento della Città dei templi a una rete ferroviaria dell’alta velocità, al momento frenata dai tempi di attraversamento dello Stretto”.

Il sistema portuale

“Per il sistema portuale – dichiara La Mendola – abbiamo proposto il potenziamento dei tre principali porti ricadenti sulla costa agrigentina, in modo da esaltare la vocazione peschereccia e turistica (da diporto) del porto di Sciacca, la vocazione crocieristica del porto di Licata e la vocazione commerciale del porto di Porto Empedocle”.

Il Ponte sullo Stretto

“Nel documento si prende atto dell’importanza del ponte di Messina per il raggiungimento degli ultimi due obiettivi, nella consapevolezza che, sino a quando l’attraversamento dello Stretto non sarà veloce, difficilmente registreremo investimenti importanti per la rete ferroviaria dell’alta velocità siciliana e per il sistema portuale integrato della costa meridionale, oggi completamente ignorato dai grossi mercantili, provenienti dai Paesi asiatici, attraverso il Canale di Suez e diretti al nord Europa – dice La Mendola – Tali imbarcazioni, al momento, ignorano le nostre coste, proseguono il percorso attraverso lo stretto di Gibilterra e, circumnavigando la penisola iberica, raggiungono i Paesi del Nord Europa, mortificando la centralità della nostra terra mal collegata con il continente europeo.

L’aeroporto per la Sicilia centromeridionale (obiettivo prioritario)

“L’unico obiettivo svincolato dalla necessità di rendere veloce l’attraversamento dello Stretto – conclude La Mendola – è proprio quell’aeroporto centromeridionale che costerebbe meno di tre chilometri di autostrada. Lo scalo potrebbe essere organico a un nuovo sistema aeroportuale siciliano che, in linea con le direttive del Piano Nazionale Aeroporti, potrebbe alimentare, unitamente allo scalo di Birgi, il polo aeroportuale occidentale dell’Isola che, dal punto di vista amministrativo, potrebbe fare capo a Punta Raisi. Analogamente, lo scalo di Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale, facente capo a Fontanarossa. Tutto ciò, supererebbe le tensioni dovute a concorrenze territoriali consentendo, peraltro, una notevole riduzione dei costi di gestione e una più attenta e organica pianificazione dei voli in relazione alle esigenze del territorio siciliano e a emergenze come, ad esempio, gli incendi o le frequenti eruzioni dell’Etna. Tuttavia, l’inserimento dell’importante infrastruttura, nel Piano Nazionale degli Aeroporti, rimane ancora subordinata a quel parere dell’ENAC che non dovrebbe tardare ancora, visto che sono già trascorsi tre mesi da quando il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha presentato le integrazioni allo studio di fattibilità dell’infrastruttura richieste dallo stesso Ente Nazionale dell’Aviazione Civile.

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