Canicattì, “morte sul lavoro e menzogne”: tre condanne

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Il Tribunale di Agrigento ha emessa sentenza di condanna a carico di Antonio Ferraro, 62 anni, Roberto Lauricella Donisi, 54 anni, e Giovanni Garlisi, 43 anni, tutti di Canicattì, imputati, a vario titolo, di omicidio colposo, simulazione di reato, favoreggiamento personale, abusivismo edilizio e violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Secondo la Procura agrigentina, la morte sul lavoro di un operaio, Giuseppe Gioacchino Bordonaro, 52 anni, sarebbe stata nascosta allorchè Garlisi, titolare dell’impresa esecutrice dei lavori relativi ad un manufatto abusivo, avrebbe raccontato ai medici dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì di avere investito col proprio furgone Bordonaro, che sarebbe stato a lavoro in nero, colto in strada a raccogliere erbacce. Ampia parte delle imputazioni sono adesso prescritte. Sono stati inflitti 1 anno di reclusione a Lauricella Donisi in qualità di titolare dell’impresa affidataria dei lavori, poi 8 mesi a Ferraro, ritenuto il proprietario nonché committente delle opere, e 4 anni a Garlisi, titolare dell’impresa esecutrice. I tre condannati pagheranno una provvisionale subito esecutiva di 135.000 euro nei confronti della vedova e dei tre figli della vittima, assistiti dall’avvocato Nunzio Di Naro. L’incidente è avvenuto a Canicattì in contrada Montagna-via Forlì il 24 giugno del 2014. Bordonaro fu trasferito all’ospedale di Messina dove morì il 16 luglio.

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