La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna a 8 mesi di reclusione, e al risarcimento dei danni da liquidarsi in sede civile, a carico di una pediatra, F M sono le iniziali del nome, in servizio all’ospedale di Canicattì, imputata di omicidio colposo a seguito della morte di un neonato, nel marzo del 2017. Il piccolo, alla nascita, aveva dei problemi respiratori conseguenti all’aspirazione di meconio, ovvero materiale fecale, con ostruzione polmonare non tempestivamente diagnosticata e non trattata. Ed è deceduto. I genitori, assistiti dall’avvocato Ignazio Valenza, hanno sporto denuncia. I giudici hanno riconosciuto che il medico non avrebbe diagnosticato la Sam (sindrome da aspirazione di meconio) e di conseguenza avrebbe omesso di approntare tempestivamente le manovre necessarie per liberare i polmoni del neonato dall’ostruzione polmonare causata dall’aspirazione di meconio. E non si sarebbe attivata tempestivamente per il trasferimento del bimbo all’Unità di terapia intensiva neonatale, l’Utin, dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento.
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