Nelle lettere tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede tanti sono i nomi in codice adesso al setaccio investigativo. E’ caccia ai complici della latitanza del boss.
La maestra di Campobello di Mazara, Laura Bonafede, già condanna per mafia a 11 anni e 4 mesi di reclusione, ha scritto tante lettere a Matteo Messina Denaro, e altrettante ne ha ricevute. E gli scritti sono al setaccio dei Carabinieri e della Procura di Palermo perché utili alla caccia ai complici della latitanza del boss defunto. Infatti, lei e lui scrivendosi utilizzano tanti nomi in codice per coprire le identità delle persone citate. Ad esempio: “Cesa”, “Cesina”, “la persona”, “Barilla”, “madrina”, “Solimano”, “pancione”, “drogato”, “madre del drogato”, “svergognata”, “l’alcolista”, “Islam”.
A proposito de “la persona”, Laura Bonafede scrive: “La persona: perdendo te è rimasto completamente solo. Secondo me non ha neanche intesa con la prole. Sicuramente col primogenito a quel che ricordo. Non so più niente del secondo, chissà come è diventato”. Poi su “Barilla” Bonafede scrive a Messina Denaro: “Barilla: devo dire che anche io lo evito. Ho fatto occhio tante volte e si vede che poi tanto stupido non è, e magari ho fatto un favore. Non l’hai salutato essendo nella stessa stanza! Ormai il vostro odio è sfacciato”. Poi, in altri messaggi, Laura Bonafede forse allude alla relazione con il capomafia, al rapporto precario a causa della latitanza di lui, e scrive: “Alla fine poi hai trovato il pesce di brodo? Io non ne mangio da allora, a parte che non so farlo, non mi riesce bene. Forse non so dosare la giusta quantità di acqua. Quelle volte che l’ho fatto mi è venuto insipido, annacquato”.
E “da allora” forse si riferisce ad un periodo di stretto contatto con lui. E lei aggiunge: “Non ti devi infastidire quando ti dico che non eri attento, è la verità. Anche per me il tempo trascorso insieme a te è servito a conoscerti. E vuoi che non capisca ciò… lo so che vorresti ascoltarmi ancora, anch’io vorrei parlare ed ascoltarti ancora. Non so quantificare quanto mi manchi. Le notti che non riesco a dormire le passo rinvangando nei ricordi. I miei ricordi sei tu”. E a proposito di ricordi, Laura Bonafede ricorda quanto accaduto in un luogo, e forse lo indica con il termine “dal pallone”, e scrive: “Anche la prima volta dal pallone sei stato molto antipatico. Tu lo ricordi? Il fatto che sapevo dov’eri non potevi evitarlo comunque.
E al 2007 non è che mi rendevi molto partecipe”. E Matteo Messina Denaro nei pizzini cita altri personaggi, come “Parmigiano”, “i Gatti”, “il Politico”, “Reparto”, “Ciliegia”, “Stazzunara”, “Grezzo”, “Complicato”. Quando lo hanno interrogato e lo hanno incoraggiato a svelare l’identità nascosta dai nomignoli, lui ha risposto: “Non è nella mia cultura accusare, ci sono persone che mi hanno aiutato. Sono alla fine della mia vita, ma il punto è che io non sono il tipo di persona. E mi creda che è la verità: non me ne può fottere più niente. Non sono il tipo di persona che vengo da lei e mi metto a parlare dell’omicidio, per rovinare a X, Y, non ha senso nel mio mondo, mi spiego? Non sono interessato, poi nella vita mai dire mai, intendiamoci. Io non sono stato mai un assolutista, nel senso che non è che perché dico una cosa sarà sempre quella. Io nella mia vita ho cambiato tante volte idea, però con delle basi solide”.
Angelo Ruoppolo (Teeacras)