La dimora romana di luigi Pirandello, fino al giorno della sua scomparsa, è stata in una elegante palazzina di Via Antonio Bosio al civico 13/b, poco lontano da Villa Torlonia.
Costruita intorno agli anni Dieci, presenta l’eleganza architettonica del suo tempo: vetrate luminose, modanature complesse e vari richiami Liberty.
Oggi è sede dell’ Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo, ed è temporaneamente chiusa ai visitatori e studiosi, come altri luoghi di cultura, a causa della pandemia dal Coronavirus. L’apertura al pubblico è rimandata a tempi migliori.
Chiusa ai visitatori, ma è aperta alle visioni del virtuale: WWW.Studiodiluigipirandello.it; quindi la possibilità di una suggestiva visita nelle stanze che abitò Luigi Pirandello, il luogo dove anche produsse le sue opere teatrali, il luogo dove, come racconta in una sua novella, incontrava i suoi personaggi, immaginari, che riceveva la domenica mattina dalle 8.00 alle 13.00. Erano i personaggi che aspiravano ad entrare nelle sue rappresentazioni teatrali, pronti a gridare le proprie ragioni nell’agone del dramma, sul palcoscenico e di fronte al pubblico.
La Casa Museo di Via Bosio conserva gli arredi d’epoca, abiti di qualità, come la giacca ricamata in oro da accademico d’Italia. Il salone è lo spazio più rappresentativo, accoglie il salotto, la scrivania, e mobili in stile neorinascimentale, lo stile favorito dalla borghesia negli anni Trenta. Altri tavoli e sedie e al centro pende dal soffitto un importante lampadario in vetro di Murano.
Poi libri nelle vetrine, libri vari, copioni teatrali, manoscritti, poi ninnoli e cose minute, penne, pennini e calamai e alle pareti piccoli quadri, i paesaggi della pittura di Luigi e Fausto Pirandello.
Sul tavolo un calendario fermo al nove dicembre, 1936, il giorno precedente alla scomparsa del drammaturgo.
Toto Cacciato