A poche ore della notifica ai familiari del padrino corleonese, da parte dello Stato, di una cartella esattoriale di circa 2 milioni di euro per le spese sostenute per il mantenimento in carcere del capomafia Totò Riina da Parigi con un post social, Lucia, 39 anni ultimogenita del boss mafioso, morto il 17 novembre 2017 in carcere, annuncia la sua “vita nuova”.
Con il marito Vincenzo Bellomo e la figlia di due anni si sono trasferiti a Ville Lumière dove ha aperto un ristorante battezzato “Corleone by Lucia Riina”.
Il locale garantisce “autentica cucina siciliana-italiana da esporre in un ambiente elegante e accogliente” e si trova in una stradina vicino all’Arc de Triomphe, precisamente in Rue Daru.
Nel prospetto esterno in legno e vetro, travalicata da una tenda verde, spicca il nome e la firma di Lucia Riina utilizzata anche nei suoi quadri e poi, ad alta visibilità, si vede uno stendardo con lo stemma di Corleone: un leone rampante che stringe un cuore.
Si mostra un aspetto del locale molto elegante con tavolini di marmo bianchi e luci soffuse, divanetti e sedie in legno rivestite di verde per richiamare lo stendardo.
E’ la figlia più piccola dei figli del “padrino mafioso” corleonese, quella che venne a conoscenza di chi fosse suo padre, nel 1993, solo dopo il suo arresto.
A Corleone si sentiva emarginata e da tempo voleva andare via. Nel 2008 convolò a nozze con l’attuale marito che faceva il rappresentante di prodotti vinicoli e alimentari ma, Vincenzo Bellomo, adesso 44enne, sembra essere il sospettato “Vincenzo Belluomo” citato in uno dei “pizzini” che fu ritrovato nel covo di Montagna dei Cavalli, dove fu arrestato Bernardo Provenzano.