Accorpamenti, i segretari provinciali del SGS: “La scuola non può essere governata con criteri ragionieristici, i numeri sono persone cui garantire un diritto fondamentale”

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Partiamo da un dato inequivocabile, la norma del dimensionamento scolastico è inopportuna ed inadeguata al mezzogiorno ed in particolare in Sicilia. Lo hanno ribadito i segretari provinciali del Sindacato Generale Scuola. Vitello, Mirabelli, Puliafito, Baio, Calandrino, Oliva, Napoli, Camarda, Italiano. Un esempio su tutti. A Palermo saranno cancellate le scuole storiche, quelle che solitamente compaiono nelle vecchie foto ricordo dei piccoli studenti. Quelle “vecchie” scuole che hanno visto tanti piccoli studenti con grembiulino e “coccarde”, entrare nei vistosi portoni.  In tutta la regione, sono 92 o più gli istituti che nell’anno scolastico 2024/2025 non compariranno più nella geografia delle scuole autonome siciliane. Nessuno ha pensato che la Sicilia rappresenta la prima regione in Italia per povertà educativa e dispersione scolastica. Paradossalmente, è anche una delle regioni più colpite dai tagli del governo nazionale sulla scuola. Ma mentre altre regioni, come Campania, Emilia Romagna e Puglia hanno già impugnato il provvedimento, il governo siciliano tace.  Bisogna sottolineare che il dimensionamento penalizza una riduzione dell’offerta formativa (DPR 275/99 noto come Regolamento dell\’autonomia art. 3, il P.O.F è il documento in cui ciascuna istituzione scolastica definisce la propria identità culturale e presenta la progettazione educativa, organizzativa, curricolare ed extracurricolare) nel nostro territorio, in particolare nel Mezzogiorno e in particolare nelle aree dove invece ci sarebbe più bisogno di scuole. Un’altra conseguenza fondamentale è quella che riguarda i posti di lavoro, spariranno molte figure apicali e quindi dirigenti scolastici, dsga, ma soprattutto del personale amministrativo e anche dei collaboratori scolastici. E questa non è una cosa trascurabile. In questa norma non intravediamo nessun elemento di ragionamento deduttivo, induttivo, abduttivo ma soltanto un assurdo criterio da “ragioniere” che non può governare il futuro delle nostre scuole concludono i dirigenti SGS.

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