“I continui ritardi e le omissioni nel promuovere l’azione penale in ordine a pacifici reati di abuso di ufficio e concessioni edilizie illecite hanno inculcato al Comune di Agrigento una sostanziale convinzione di impunità con gravissimi danni per il territorio”.
Per questa e altre considerazioni, riportate in una istanza di avocazione indirizzata alla procura generale di Palermo, l’avvocato Giuseppe Arnone, al momento sospeso e cancellato dall’Ordine, rischia adesso di finire a processo per calunnia.
La procura di Caltanissetta ha chiesto, infatti, il suo rinvio a giudizio per l’accusa di calunnia ai danni degli ex procuratori Renato Di Natale e Luigi Patronaggio, dell’ex aggiunto Ignazio Fonzo e dell’attuale procuratore reggente Salvatore Vella.
Secondo i pm Stefano Marino, Simona Russo e Dario Bonanno, Arnone – sapendoli innocenti – avrebbe accusato falsamente i quattro magistrati del reato di abuso di ufficio. La vicenda scaturisce dal contenuto di un’istanza di avocazione – strumento che consente alla parte di estromettere una procura dallo svolgimento delle indagini quando si verificano ritardi e omissioni -, datata febbraio 2020, nella quale Arnone sosteneva che i pm agrigentini avessero volutamente protetto una donna non indagandola per degli abusi edilizi.
Il discorso veniva poi allargato fino a descrivere una “situazione di illegalità all’interno della procura”. Argomenti, secondo la procura di Caltanissetta, falsi e diretti esclusivamente a fare finire a processo i magistrati.