Apprendo con molto stupore che il collega Gaetano Ravanà è il direttore responsabile del (non sappiamo come definirlo) denominato “Bellezze ed eccellenze agrigentine”, un ammasso e una accozzaglia di 113 pagine, intrise per il 60% di pubblicità, dove, fra gli altri, spicca il logo più importante che recita testualmente. “Agrigento 2020”.
Perché lo stupore? Gaetano Ravanà minaccia querele a destra e a manca contro chi, per sua straordinaria fortuna, ha forse bloccato una indecenza che ancora non sappiamo se sia andata in stampa o era in procinto di farlo.
Bene. In questa accozzaglia, a pagina 13 e 14, c’è una sorta di articolo intitolato “Le vie del mare” dove, sostanzialmente, ad un certo punto, la figura femminile viene vilipesa e umiliata da improbabili e scostumati abitini succinti, minigonne, dècolletè mozzafiato e da un vedo e non vedo che potrebbe attirare pericolosamente i peggiori maniaci sessuali di tutto il mondo pronti a decollare verso Agrigento, vista sostanzialmente più che come un eden, come un vero e proprio bordello a cielo aperto. Basta che la temperatura sia alta!!!
Allora, invito il collega Ravanà a non arrampicarsi sugli specchi, a diramare comunicati che nulla c’entrano con la politica e pronte ad essere strumentalizzati. Gaetano Ravanà, invece, nella qualità di direttore responsabile di quella accozzaglia di pagine, dovrebbe chiamare immediatamente l’irresponsabile autore di quelle frasacce e prenderlo a calci nel culo a due a due fino a quando diventano dispari.
Se Agrigento 2020 e le sua “Vie del Mare” fossero davvero come quelle descritte dall’autore di questo “capolavoro”, ci sarebbe solo ed esclusivamente da vergognarsi. Un sentimento, questo, che dovrebbe provare (e mi dispiace dirlo) il mio collega Ravanà, il quale (provo a farmene una ragione) spero abbia avuto una svista mentre effettuava la correzione delle bozze. Solo in questo modo si potrà giustificare il suo operato, essendo anche lui un collega datato e con non poca esperienza.
Così come sono certo che nessuno dei sindaci che hanno concesso (forse) i loghi dei Comuni, fossero a conoscenza di quelle frasi che farebbero felici solo i pervertiti. Non a caso, sia Firetto che tutti gli altri omologhi non hanno esitato un solo istante a smentire, giustamente, quanto scritto in quelle poche e indicibili righe.
Non giochiamo sulle parole, nessuno ha scritto di patrocinio o di contributi in denaro. E’ stato riportato che i Comuni in questione sono stati ringraziati per la loro collaborazione. Così come non si tratta di una fake news, perché, purtroppo, quella colonna di articolo, è stata realmente e drammaticamente scritta. Già di minchiate se ne scrivono tante, non allarghiamo ancora questa macchia.
Ravanà, invece di minacciare querele, la smetta di fare il don Chisciotte e ringrazi il collega che ha tirato fuori la notiziaccia che, purtroppo, però, non ha perso un solo secondo per finire sulle cronache nazionali. Almeno, però, è stato impedito a tantissimi visitatori che verranno ad Agrigento in occasione della grande manifestazione, di leggere quelle sporcizie. Una opportuna quanto necessaria correzione (anche se propendiamo per il cestino) quella descrizione a pagina 13, dovrà pur averla.
Meglio perdere che straperdere.