All’inizio degli anni Cinquanta, ma già dall’immediato dopoguerra, l’americana fabbrica di sogni, Hollywood, spediva a pieno carico tutta la sua cinematografia che in Italia, come in Europa, non era stata vista a causa degli eventi bellici.
Ad Agrigento giungevano a ritmo serrato quei meravigliosi film a colori che narravano della sfavillante e opulenta, (per noi molto opulenta), società americana. Nelle fresche serate d’estate, i favolosi film americani si godevano al Cinema estivo.
Da una traversa di via Atenea, tra il palazzo con la balconata del ristorante “da Giugiù”, e il palazzetto gotico dell’Orologio, una rapida discesa conduceva proprio di fronte ad una piccola nicchia dove vi era il botteghino del Cinema estivo. Attraversato l’ingresso, scale bianche e sinuose portavano alla platea, che vasta e compatta di sedili in ferro e a listelli in legno, era allineata davanti ad un grande schermo bianco.
Nella luce incerta di prima sera partivano le immagini fortemente cromatiche che, nel vortice delle sigle musicali, avviavano le vicende del film in programmazione. Scorrevano le immagini della società americana, le città dai grattacieli alti, altissimi, le strade larghe, le auto lunghe dalle preziose finiture cromate; narravano l’America, che era il sogno del dopoguerra, un’America tutta cinematografica, da sogno appunto, alla quale destinare tutti i nostri desideri e tutto il nostro immaginario fantastico.
Tutti volevamo sapere tutto di quella società, e tutto era bello e gradevole: i personaggi agili ed eleganti, con i cappelli a falde larghe di James
Stewart e Cary Grant, i vestiti di seta di Haddy Lamar e quelli leggeri come una nuvola di Ginger Rogers danzante con Fred Astaire in smoking bianco o nero.
E’ passato anche sugli schermi del Cinema Estivo, alternandosi con la cinematografia americana, il nuovo cinema italiano del dopoguerra, il neorealismo, scarno ed essenziale, di Zavattini e De Sica.
Ma torniamo al Cinema estivo, è uno dei più bei ricordi della città degli anni Cinquanta. Poi è scomparso per fare posto ad uno dei palazzoni di cinta all’antico Centro storico.
La scomparsa del Cinema estivo è stata una ferita nel cuore della città perché è mancato, con la sua aerea platea, con la sua attività culturale e ricreativa, un apporto alla formazione e alla visione del mondo contemporaneo.
E’ stato anche un luogo di bellezza, di fantasia e di sogno, era una terrazza distesa nella frescura della sera estiva appena rischiarata, a tratti, da quel singolare chiaroscuro baluginante della pellicola che ronzava nel proiettore rumoroso come una trebbiatrice.
Luogo di bellezza immaginativa, dinamica, ricco di quel fascino e di mistero dato dal fantastico sortilegio virtuale che è il cinema, e che svanisce di colpo, al termine del racconto cinematografico, con la parola FINE, e a volte THE END.