Ieri il Ministro dell’universita’ e della ricerca Gaetano Manfredi, ha annunciato la prova orale unica per l’esame di abilitazione di alcune professioni.
Un provvedimento piu’ che legittimo data la situazione emergenziale, ma delle domande ci sorgono spontanee: perché tra queste professioni non e’ stata ricompresa quella forense? Perché questa ingiusta disparita’ di trattamento? Conta forse di meno chi ha studiato giurisprudenza?!
Gli esami di Stato di abilitazione all’avvocatura, necessitano una seria semplificazione, le commissioni ancora oggi non sono riuscite a correggere gli scritti del 2019. Numerose sono state le petizioni che si cumulano alle richieste dei vari ordini, volte ad ottenere delle modalita’ di esame piu’ agevoli e piu’ brevi.
Oggi chi vuole intraprendere la professione forense e’ costretto a percorrere un tortuoso cammino fatto di anni di studi universitari e di tirocinii svolti gratuitamente per un anno e mezzo, un tempo esageratamente lungo e se a questo si aggiunge il periodo di quasi un anno necessario per svolgere la parte scritta e orale dell’esame abilitativo, si capisce bene il gravoso dispendio di risorse fisiche ed economiche per raggiunger l’obbiettivo. Non possiamo permetterci di perdere tutto questo tempo specie in un contesto in cui e’ gia’ di per se’ difficile trovare lavoro.
Ed e’ paradossale vedere come si sia speso tanto in reddito di cittadinanza con il pretesto di creare un occupazione che non c’e’ stata e poi non ci si sforzi minimamente di incentivare quei giovani e quelle famiglie che stanno facendo tanti sacrifici per trovare un lavoro.
Cosa aspettiamo ad intervenire?