Quello che gli agrigentini non avrebbero mai voluto sentire: “la sagra del Mandorlo in Fiore è sospesa!”
La decisione è stata presa durante l’incontro in prefettura, avvenuto nel pomeriggio tra il sindaco Calogero Firetto, col prefetto Dario Caputo, i vertici delle Forze dell’ordine e dell’ospedale e dell’Asp.
Il sindaco al termine della riunione ha dichiarato:
“L’evoluzione sfavorevole che sta avendo la situazione sanitaria nel nostro Paese, con già due vittime in poche ore, impone un maggiore senso di responsabilità a tutela della salute pubblica anche ad Agrigento. L’Italia è ora tra le nazioni a rischio di epidemia da coronavirus (CoVid-19). L’ospedale è già in allerta. È necessario individuare e cominciare ad attrezzare da subito le strutture in grado di reagire prontamente e adeguatamente ad ogni eventuale esigenza di prevenzione e sicurezza a tutela della salute dei cittadini. Responsabilmente, valutate tutte le possibili conseguenze, sono sospese (salvo contrordine) tutte le grandi manifestazioni che attirano e aggregano gente da ogni parte della Sicilia, dell’Italia e dal mondo, come il Mandorlo in Fiore e tutte le iniziative del genere comprese nel programma delle celebrazioni dei 2600 Anni di Storia di Agrigento. È una decisione che ci costa moltissimo, dettata dal buonsenso e determinata dalla necessità di dover far fronte a qualcosa di imponderabile in questo momento. Nessuno al momento è in grado di sapere come e in quanto tempo sarà possibile contenere il contagio. La salute delle persone va salvaguardata sopra ogni altro interesse. Siamo consapevoli delle conseguenze disastrose sull’economia. Ma prima la vita delle persone. In questo momento di tensione e preoccupazione, che già tanti Comuni italiani stanno vivendo, chiediamo di contenere attività di sciacallaggio per meri fini politici o personali. Facciamo appello alla serietà di tutti. Non allarmismo, ma serietà nell’affrontare l’emergenza sanitaria”.
Dalla regione siciliana l’assessore alla sanità Ruggero Razza, durante i lavori dell’unità di crisi nell’isola sul coronavirus, ha affermato:
“Stiamo lavorando per individuare due hub, uno per la Sicilia Orientale e l’altro per quella Occidentale, per realizzare aree di quarantena se dovesse essere necessario. Al momento si sono registrati meno di dieci casi sospetti in Sicilia, ma, cosa importante, sono stati tutti immediatamente diagnosticati in 12 ore grazie ai tamponi che eseguiamo nei Policlinici di Palermo e Catania”.
e poi aggiunge:
“Sulle gite ci uniformeremo alla decisione delle scelte nazionali che al momento non mi pare che sia il caso di sospendere quelle da molto tempo programmate.”