Dunque, l’ex ministro Matteo Salvini dovrà essere processato per la nota vicenda della Open Arms, nave spagnola che sale e scende dal Mar Mediterraneo (e non solo) pronta ad individuare gente disperata che cerca una vita migliori in altri Paesi.
Unitamente alla Open Arms, anche tante altre navi fanno la stessa cosa; l’etichetta che autorizza a cercare nei mari gente disperata viene denominata ONG. Per accorciare i tempi ho fatto un salto su Wikipedia ed ho copiato ed incollato cosa si intende per ONG: “Si tratta di una organizzazione non governativa (ONG) è un’organizzazione senza fini di lucro che è indipendente dagli Stati e dalle organizzazioni governative internazionali. Sono organizzazioni molto diverse tra di loro, impegnate in una vasta gamma di attività, spesso a carattere umanitario o sociale; alcune possono avere lo status di enti benefici, mentre altre possono essere registrate per l’esenzione fiscale basata sul riconoscimento di scopi sociali. Altre possono costituire dei fronti per interessi politici, religiosi o di altro tipo. Tipicamente sono finanziate tramite donazioni oppure da elargizioni di filantropi, sebbene tutte quelle più grandi siano sostenute anche da denaro pubblico”.
Recentemente alcune Procure siciliane (quelle buone o quelle cattive?) si sono interessate sulle attività di queste navi che salgono e scendono nel Mediterraneo ed alcune di esse (le Procure) hanno “osato” ipotizzare un reato che recita testualmente: “Favoreggiamento della immigrazione clandestina”. Un’altra Procura, quella di Ragusa, dopo avere “ascoltato” una serie di intercettazioni telefoniche avrebbe individuato in Luca Casarini, ex poco obbediente e attivissimo leader del movimento pacifico “No Global”, qualche telefonata a dir poco anomala. Insomma, per un capo missione umanitaria quella conversazione non sarebbe stata troppo umanitaria; secondo la Procura di Ragusa (ancora tu!!!) Casarini, per un momento, al posto delle limpide acque marine avrebbe intravisto dello champagne. Uno champagne per festeggiare qualche botto del quale l’unica certezza è quella di non essere di capodanno.
Notizia di qualche ora fa: l’Open Arms risulta sequestrata nel porto di Pozzallo per una serie di inadeguatezze amministrative. Ma tu guarda queste Procure, cattive e insensibili!
Ribadiamo ancora una volta che al momento si tratta di indagini e le Procure (quelle buone o quelle cattive?) avranno il loro da fare. Certo, è assai antipatica una nota di Medici senza Frontiere (altra ONG), dopo che un’altra Procura (quella di Trapani) aveva chiuso le indagini sul presunto favoreggiamento di immigrazione clandestina, che, anche in questo caso, recitava testualmente: “Le decisioni della magistratura, allungano l’elenco dei numerosi tentativi di criminalizzare il soccorso in mare, che a oggi non hanno confermato alcuna accusa, ma che hanno pericolosamente indebolito la capacità di soccorso”.
Mi dispiace per Medici senza Frontiere ma a nostro modo di vedere nessuna Procura al mondo tenta di criminalizzare l’operato di chicchessia, soprattutto quello altamente nobile come quello delle ONG. Semmai, le Procure, cercano i criminali, che è cosa sostanzialmente diversa.
Salvini è indagato. Più o meno, sull’asse Palermo Catania, i reati che avrebbe commesso sono gli stessi. Ed anche in questo caso accade che: per la Procura di Catania l’operato dell’allora ministro non necessita un processo. Diversa, la sostanza, per la Procura di Palermo che adesso ha chiesto il processo il leader leghista per sequestro di persona.
Tra un tira e molla, una risalita e una discesa, la Open Arms ha girovagato nel Mediterraneo per quasi due settimane, in attesa di trovare un porto sicuro. E’ scontata, in questo caso, una riflessione: sarebbero bastati due soli giorni di navigazione per raggiungere un porto sicuro spagnolo, visto che la Open Arms batte quella bandiera, ed avrebbe così evitato una ulteriore sofferenza di quasi quindici giorni a quella povera gente disperata, trattenuta a bordo alla ricerca della sicurezza portuale.
Mistero…
Una cosa è certa: rivogliamo Karola!!! Quella nobildonna che non si era accorta che involontariamente stava “scavazzando” una vedetta della Guardia di Finanza che già fuori dal porto di Lampedusa le aveva intimato l’alt di Stato.
Salvini ha accennato ad un “processo politico”; ha fatto riferimento anche al “vulcano Palamara” il quale, secondo le sue dichiarazioni, avrebbe fatto emergere un mondo togato alquanto discutibile e fortemente politicizzato.
Fiato alle trombe, avrebbe detto Mike Bongiorno. E le trombe le ha fatte fiatare un giornale nazionale, noto per i suoi giustizialismi, che si chiama il Fatto Quotidiano. E’ bastato leggere solo il titolo di un articolo per capire l’andazzo di certe anomalie mediatiche italiane: oggi in prima pagina imperava un articolo dal titolo: “Dopo il rinvio a giudizio Salvini ora si rivolge anche a Palamara…”.
il “Fatto” si indigna e pubblica uno sfottò nei confronti del leghista che a nostro modo di vedere ci è parso di pessimo gusto.
Come mai, semmai, il Fatto Quotidiano non accerti (ma soprattutto non si indigna), attraverso i suoi inchiestisti, se le parole di Palamara corrispondo al vero.
No, quello poco importa. C’è da azzoppare Salvini…