Insomma, la Regione eroga il prestito ma esige garanzie da parte dei Comuni. E sono i Consigli comunali ad assumersi le responsabilità, oltre all’accompagnamento della delibera del parere degli Uffici di Ragioneria e dei Collegi dei revisori dei conti di ogni singolo Comune.
E’ scontato che l’approdo della delibera in Consiglio comunale produrrà serrato dibattito. Senza dimenticare che ci sono Comuni in precarie condizioni finanziarie, in pre-dissesto e in dissesto finanziario. Insomma, non è una delibera da “ratificare” ma va vagliata attraverso un approfondito dibattito. Ciò, inevitabilmente, non prospettga tempi brevissimi.
Il Dipartimento delle Autonomie Locali ha già inviato ai sindaci uno “schema” di delibera facendo riferimento allart. 2 della I.r. 3.8.2021, 11. 22 – azioni per il passaggio della gestione del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale di Agrigento”.
Nello schema di delibera in premessa si cita che “con atto rep. n. 7183 del 9.7.2021, redatto dal Notaio Maria Orlando, è stata costituita I’A.I.C.A. – “Azienda Idrica Comuni Agrigentini”, con sede in Aragona, Piazza Trinacria n. 1, finalizzata alla gestione del Servizio Idrico Integrato dei comuni del Libero consorzio di Agrigento, tra i quali è compreso anche questo comune”.
Poi che “con l’art. 2, comma 1, della L.r. 3.8.2021, n. 22, è stato previsto che allo scopo di consentire il passaggio ad una gestione ordinaria ed efficace del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale ottimale di Agrigento, scongiurando così il verificarsi di soluzioni di continuità e pregiudizi per l’igiene e l’ordine pubblico, l’Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, dipartimento regionale delle autonomie locali, è autorizzato, per l’esercizio finanziario 2021, ad una erogazione straordinaria pro-quota ai comuni partecipanti all’Azienda speciale consortile “A.I.C.A. – Azienda Idrica Comuni Agrigentini”, per un importo complessivo non superiore a 10.000 migliaia di euro”.
Si passa alle quote di assegnazioni del prestito: “che al comma 2 della suddetta disposizione è stato, altresì, disposto che le somme di cui al comma 1 sono erogate ai comuni facenti parte dell’A .1 C.A. in rapporto alla popolazione residente e sono rendicontate e recuperate in cinque anni sulla base di un dettagliato piano finanziario di rimborso annuale approvato dal consiglio comunale”.
Poi c’è la parte dedicata alla singola quota che ogni Comune dovrà caricare sul bilancio comunale. Ma si specifica anche che “ai fini della liquidazione dell’anticipazione assegnata, si rende necessario produrre la delibera del Consiglio comunale relativa all’approvazione del piano finanziario di rimborso annuale della somma, a decorrere dall’esercizio finanziario 2021, oltre gli interessi legali, a valere sui trasferimenti attribuiti a qualsiasi titolo al Comune”.
Ogni singolo Consiglio comunale deve approvare “il piano finanziario di rimborso della somma assegnata in cinque rate annuali, a decorrere dall’esercizio 2021”, e deve essere indicato l’importo delle rate più gli interessi.
Infine, nella delibera si “dà mandato mandato al Sindaco, quale rappresentante legale del Comune di formulare apposita istanza indirizzata al Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali per ottenere l’erogazione dell’importo assegnato a questo Comune”.
Ovviamente, l’atto deliberativo deve essere “immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 16 della L.R. 44/91”.
Nel Decreto si legge in modo chiaro: “I Comuni beneficiari dell’erogazione sono tenuti a dare dimostrazione de corretto impiego delle somme erogate , mediante presentazione, a cura del segretario comunale e del responsabile del servizio finanziario, di apposita dichiarazione con la quale sarà attestato il raggiungimento delle richiamate finalità, nonché il rispetto di tutte le disposizioni di legge che costituiscono la specifica disciplina relativa al servizio idrico integrato”.
Filippo Cardinale
Ecco le quote per ogni singolo Comune: