La partita dell\’anno se la sono aggiudicata con tutti i mezzi, con i denti, con tutte le proprie forze. Di cronaca c\’è ben poco da scrivere di una partita che l\’Enna ha cercato di giocare e l\’Akragas dopo avere ottenuto il vantaggio ha quasi sempre interrotto, con ogni mezzo,i teoremi segli avversari.
I complimenti, comunque, l\’Enna se li merita tutti, compreso il suo pubblico, giunto numerosissimo al\’Esseneto che ha incoraggiato i propri ragazzi dal primo all\’ultimo minuto. E sempre corretto. Ma già l\’Enna Società Calcio si era distinta appena ieri quando subito dopo la nomina di Agrigento a Capitale della Cultura ha subito inviato una nota di congratulazioni alla dirigenza biancoazzurra.
Accanto a me questo pomeriggio allo stadio era seduto un gruppo di tifosi dell\’Enna e un onorevole ennese, Eliana Longi. Dopo uno scambio di due chiacchiere mi ha detto: \”Ieri avete vinto voi, conquistando il brillante risultato della Capitale della Cultura; oggi, almeno, vinciamo noi…\”
\”Eh no, ho risposto all\’on. Longi. Agrigento è troppo indietro rispetto alla \”normalità\” e dobbiamo diventare tutti cannibali, ognuno con il proprio ruolo. Mi dispiace onorevole, ma oggi perdete la partita…\”
A bassa voce ho detto all\’on. che Agrigento sta facendo molta fatica per risalire la china, da sempre negli ultimi posti nelle classifiche speciali e che uno dei principali problemi di Agrigento, haimè, sono gli agrigentini. Qui oltre a lottare con strade sporche e bucate, sporcizia quasi ovunque e mille difficoltà ad amministrare, dobbiamo fare i conti anche con i detrattori, che non sono altro che quegli agrigentini fasulli che remano contro la propria città. L\’on. Longi non ha voluto credere alle mie parole, ma, quasi per rispetto mi ha detto: \”Ok, ok, è giusto che vinciate questa partita…\”
Parlare del pubblico agrigentino appare superfluo. Oggi all\’Esseneto si sono riviste le stelle; coreografia spettacolare, fumogeni, bandiere e stadio colmo quasi in ogni ordine di posto.
La partita è detta tutta qui; un Palisic da dimenticare (di fatto eravamo uno in meno…), un arbitro altrettanto e non all\’altezza della situazione che prima nega un rigore quanto una casa agli ospiti e poi espelle ingiustamente un giocatore biancazzurro.
Il fine giustifica i mezzi; oggi l\’Akragas ha più di un piede e mezzo in serie D e solo un imprevisto harakiri può impedirne la promozione.
Il bello viene adesso. Il patron dell\’Akargas, Peppe Deni, è contento e nello stesso tempo incazzato. Un mese addietro prese a calci nel culo (metaforicamente) tutta la squadra, rea di avere giocato partite come se fossero allenamenti. La sfuriata di Deni fu spaventosa e i giovani guerrieri si sono ricordati di essere tali.
C\’è una frase che mi preoccupa e che forse a molti è sfuggita. Deni, tuonò: \”Porto l\’Akragas in serie D e mollo tutto…\”
L\’unica speranza di tutti noi è che quella frase sia stata detta in un momento di sconforto, ma ad oggi lo stesso Deni non ha mai precisato tale circostanza. Anzi, in tal senso è stato in silenzio, non è andato oltre. Peggio ancora per l\’intera tifoseria, per una intera città che giusto ieri ha vinto un\’altra grande guerra che si chiama Capitale della Cultura.
Di certo non possiamo applaudire tutta l\’amministrazione comunale per come si è comportata con l\’Akragas Calcio; incredula, forse, che in questo anno potesse fare il salto di categoria, ha di fatti abbandonato Deni e tutto il \”cuore biancazzurro\” al proprio destino. Non dobbiamo essere noi a ricordare a tutta l\’amministrazione con a capo il sindaco, che l\’Akragas oggi rappresenta un bene prezioso che non si può disperdere in 5 minuti dopo anni di sacrifici. Specie oggi, con questa quasi certa promozione.
Dobbiamo fare tutti un passo indietro e affrontare la situazione. Vinciamo il campionato e poi tutti attorno ad un tavolo.
Deni, certamente, non può rimanere da solo.
Avete visto a Palermo con mirri che poi ha trovato il city group? solo tutti uniti si va avanti, anche con l’amministrazione comunale, prendete esempio